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La scelta delle Linee Vita è un aspetto fondamentale per garantire la sicurezza di chi opera in quota

La linea vita è un elemento indispensabile per la messa in sicurezza di un intero cantiere edilizio; proprio in funzione di ciò è fondamentale, per una scelta consapevole del prodotto, conoscere parametri per poter realizzare un sistema anticaduta versatile, comodo da installare e allo stesso tempo in linea con le aspettative di sicurezza.

Essendo sistemi brevettati e composti da validi supporti di ancoraggio, gli elementi che compongono la linea vita possono essere generalmente classificabili in tre categorie.

Il primo criterio può essere quello di suddividere le linee vita in orizzontali (con inclinazione massima di 15° rispetto all’orizzontale) e le linee vita inclinate-verticali.

Il secondo criterio può essere quello di suddividere le linee in flessibili e rigide. Le prime sono realizzate con cavo metallico o tessile, le seconde con profili metallici

Il terzo criterio può essere quello di suddividere le linee vita in permanenti e temporanee/portatili.

Le prime sono destinate a rimanere stabilmente in dotazione ad un edificio, dal momento si può scegliere di utilizzarla per tutto il tempo necessario alla messa in sicurezza del ponteggio e utilizzarla all’occorrenza in occasione di interventi futuri di ristrutturazione e manutenzione;

le seconde sono destinate ad essere installate, utilizzate e successivamente rimosse ed eventualmente riutilizzate in un altro in maniera analoga ad un dispositivo di protezione individuale. Non mancano, infatti, professionisti del settore che cercano di utilizzare una linea vita definita temporanea, ovvero rimovibile un attimo dopo aver concluso i lavori di ristrutturazione di realizzazione di un impianto planimetrico, di manutenzione ordinaria e straordinaria di un determinato tipo di costruzione. Il materiale adoperato per questo tipo di struttura temporanea è, ovviamente, inferiore sotto l’aspetto qualitativo rispetto ad una linea vita di tipo permanente. Ciò non toglie che si possono adottare degli accorgimenti per rendere anche una linea vita di tipo temporanea ben salda e duratura nel tempo.

La linea vita, ad ogni modo, viene scelta in base alla superficie di lavoro da coprire e in base alla tipologia di tetto  in cui verrà installata.

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Per la corretta progettazione di una linea vita bisogna individuare correttamente il tipo di dispositivo da utilizzare.

L’utilizzo dei sistemi anticaduta, oltre a essere disciplinato da normative nazionali e regionali, è fondamentale per evitare le cadute dall’alto. Le scelte progettuali sono decisive per evitare una delle cause più consistenti delle cosiddette “morti bianche”.

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All’atto della progettazione bisogna considerare alcuni fattori da considerare dei veri e propri principi:

1.- Scegliere un sistema che abbia un limitato bisogno di manutenzione;

2.- Scegliere un sistema che sia abbastanza protetto dagli agenti atmosferici per ridurre il rischio di deterioramento.

3.- Scegliere un sistema semplice.

4.- In base alla tipologia di rischi da evitare bisogna individuare i DPI più idonei.

Ogni sistema dovrà rispettare le indicazioni fissate dalla normativa UNI EN 795, quindi nel pieno rispetto di fattori come resistenza (gli elementi dovranno essere bene disposti tra loro) e durabilità (il sistema deve resistere nel tempo, almeno 10 anni). Tuttavia la UNI EN 795 dà prevalentemente le indicazioni da far rispettare al fabbricante.

Inoltre, tutti gli elementi del sistema anticaduta devono essere verificati da personale competente almeno annualmente.

In generale è necessario verificare periodicamente:

1.- Stabilità dei punti di ancoraggio;

2.- Trazione della fune;

3.- Stato di conservazione della componentistica secondo i parametri di riferimento indicati dal libretto della linea;

4.- Possibile sostituzione degli elementi usurati;

5.- Presenza delle istruzioni per l’uso e indicazione della massima forza ammissibile in corrispondenza degli ancoraggi strutturali.

Progettiamo la messa in sicurezza delle coperture, forniamo ed installiamo con relativa certificazione tutti i dispositivi di sicurezza contro le cadute durante i lavori in quota su ogni tipologia di struttura.

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Per lavoro in quota si intende un’attività lavorativa che può esporre il lavoratore al rischio di caduta da una quota superiore ai 2 metri, questo è quanto viene detto nel testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il D.lgs. 81/2008 definisce lavoro in quota una qualsiasi attività che esponga il lavoratore al rischio di caduta da un’altezza superiore ai due metri rispetto ad un piano stabile.

Il settore che registra il maggior numero di infortuni mortali legati alle cadute dall’alto è quello dell’edilizia: il cantiere infatti è il luogo dove si verificano più del 50% di incidenti sul totale degli infortuni mortali analizzati secondo quanto rilevato dal Sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali.

Andando nello specifico si fa riferimento al cantiere intendendo un luogo dove i lavori, le opere edili o di ingegneria civile comprendono tutte quelle attività di costruzione, ma anche di riparazione, manutenzione, demolizione, restauro e ristrutturazione. Quindi un lavoratore che si trovi ad operare in cantiere, per qualsiasi di queste attività, ad un’altezza superiore di 2m dal suolo è inevitabilmente esposto a tale rischio.

Le attività svolte in quota devono essere effettuate e gestite con particolari accortezze in quanto, per la particolarità dell’attività svolta, la percentuale di infortuni è alta. A seguito della valutazione del rischio, infatti, il Datore di Lavoro sarà obbligato ad introdurre misure idonee ad abbassare il rischio. Più in particolare dovranno essere introdotte, in ordine:

  • Misure preventive
  • Misure di protezione collettiva (es. ponteggi metallici fissi, parapetti, reti di sicurezza, ecc.)
  • Misure di protezione individuale (dispositivi di ancoraggio, imbragature, elmetti di protezione, ecc.)

Per tutelare l’incolumità dei lavoratori esposti al rischio, è obbligo del datore di lavoro fornire le attrezzature, la formazione e l’addestramento specifici oltre a verificare che i lavoratori stessi utilizzino correttamente tutte le misure previste.

Compito di Linea Vita Campania di fronte a questo scenario ed all’evidenza che il cantiere ne sia il maggior protagonista, è quello di progettare e produrre dei dispositivi di ancoraggio che portino a zero il rischio a cui è esposto un qualsiasi soggetto si trovi a lavorare in quota.

L’assortimento dei dispositivi che offriamo è stato pensato per ogni tipo di applicazione ed ogni tipo di situazione.

In questo modo siamo sicuri di offrire ad i nostri clienti prodotti di elevata qualità, sia per i materiali di cui sono composti, che per i sistemi conformi ai requisiti dettati dalle norme ma anche estremamente versatili e facili da assemblare ed installare.

Grazie all’esperienza maturata in questo campo ed all’eccellenza produttiva raggiunta, siamo un’azienda leader del settore alla quale potersi affidare per un servizio completo e di valore.

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La caduta dall’alto rappresenta indubbiamente una delle principali cause d’infortunio sul lavoro.

Stando ad un’analisi condotta dall’Inail, nel periodo 2005-2014, si è registrata una diminuzione degli incidenti mortali causati dalle cadute dall’alto.

Nonostante questo miglioramento però, ancora oggi, i cantieri sono teatro di numerose morti. Il Sistema di Sorveglianza ha infatti registrato che i decessi per cadute dall’alto rappresentano circa un terzo degli infortuni mortali sui luoghi di lavoro e che nel 30% circa dei casi, la caduta è avvenuta da tetti o coperture in genere. Inoltre, il 28.6 % delle cadute è causato dal mancato utilizzo del DPI (Dispositivo di Protezione Individuale) che non viene consegnato al lavoratore dalla sua stessa azienda. E un buon 20% invece non è al sicuro a causa dell’assenza di punti di ancoraggio delle linee vita, di parapetti e di protezioni in quota.

Ogni azienda, che espone i propri dipendenti a un rischio di caduta dall’alto, ha il dovere di mettere tutti gli operatori in sicurezza, partendo dalla scelta di attrezzature da lavoro idonee e adeguate per creare condizioni di lavoro sicure, indipendentemente dalla modalità specifica dell’incidente.

Per prevenire e ridurre queste spiacevoli situazioni bisogna ricorrere all’utilizzo di DPC (Dispositivi di Protezione Collettiva) come le reti anticaduta, disposte al di sotto della copertura. Nel caso in cui non sia possibile utilizzare questi sistemi si passa ai DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) anticaduta che possono essere:

Imbracatura del corpo;

connettore;

cordino;

dispositivi retrattili;

guide o linee vita flessibili;

guide o linee vita rigide;

dispositivo di ancoraggio

Il datore di lavoro ha l’obbligo, sancito dall’ Art. 2087 del Cod. civ., di tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei suoi dipendenti. Se tutto questo viene a mancare, scatterà in automatico il reato. Sul datore ricadrà una responsabilità penale molto severa al punto di essere accusato di omicidio colposo se il lavoratore muore, anche a distanza di tempo, in conseguenza dell’infortunio o della malattia o quello di lesioni colpose se egli riporterà un’invalidità, transitoria o permanente, nel corpo o nella psiche.

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La norma tecnica UNI EN 795 del 2002 definisce le tipologie dei dispositivi anticaduta da installare su tetti, coperture e altre parti degli edifici.

Le linee vita rappresentano una soluzione pratica e funzionale e consentono un rapido spostamento del lavoratore che svolge un lavoro in quota in completa sicurezza, anche nelle situazioni meno agevoli.

l sistema linee vita comprende dispositivi di tipo A, di tipo B, di tipo C, di tipo D e infine di tipo E.

Contattaci per sapere qual è la tipologia di linee vita migliore per le tue esigenze!

Tipologie di Linee vita

La progettazione delle linee vita è generalmente soggetta alla norma tecnica EN 795:2012 che descrive 5 tipologie di sistemi anticaduta in base alle sue caratteristiche:

-Tipo A: Punti di ancoraggio singoli;

-Tipo B: Dispositivo di ancoraggio removibile;

-Tipo C: Dispositivo di ancoraggio a linea flessibile;

-Tipo D: Dispositivo di ancoraggio a linea rigida;

-Tipo E: Dispositivo di ancoraggio zavorrato.

Linea Vita: Dispositivo di ancoraggio di Tipo C

La tipologia più comune di Linea Vita è il Tipo C, ovvero il Dispositivo di ancoraggio a linea flessibile. La linea di ancoraggio in classe C (UNI EN 795) è un sistema costituito da ancoraggi strutturali: terminali, intermedi e di deviazione e da una linea flessibile con cavo in acciaio. La linea risulta installabile in orizzontale o con deviazione massima da questa per non più di 15°.

La linea di ancoraggio in classe C è la soluzione migliore per tutte le coperture ma offre la massima possibilità di utilizzo per coperture a maggiore estensione lineare o con necessità di interventi di manutenzione più frequenti come in presenza di impianti fotovoltaici, impianti solari, camini, impianti di ricezione televisivi o impianti di ripetizione telefonica.

La linea risulta facilmente utilizzabile dagli operatori che possono muoversi sulla copertura semplicemente facendo scorrere il moschettone del DPI lungo il cavo di acciaio.

Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci: il nostro staff di esperti e progettisti è a vostra completa disposizione.

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Gli obblighi del datore di lavoro

La normativa di riferimento per i lavori in quota è il Titolo IV capo II del D.Lgs 81/08, che disciplina valutazione dei rischi e misure di prevenzione da attuare.

Nello specifico, l’art.111 del Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro stabilisce quali sono gli obblighi per il datore di lavoro.

Egli deve scegliere le attrezzature più idonee per garantire condizioni di lavoro sicure, in conformità a due macro-criteri:

– dare priorità alle misure di protezione collettiva rispetto a quelle individuali; – il tipo di attrezzatura di lavoro deve essere adatta alla natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi.

Egli, inoltre, è tenuto a:

– scegliere il tipo più idoneo di sistema di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in base a frequenza di circolazione, dislivello e alla durata dell’impiego;

– disporre l’utilizzo di una scala a pioli, sul posto di lavoro in quota, solo nel caso in cui l’uso di attrezzatture considerate più sicure non è giustificato a causa del limitato livello di rischio e della breve durata di impiego o non è compatibile con le caratteristiche del sito;

– disporre l’impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi (alle quali il lavoratore è direttamente sostenuto) e sedili di sicurezza, solo quando dalla valutazione dei rischi risulta che il lavoro può essere svolto in condizioni di sicurezza, per breve durata, e che l’impiego di attrezzature più sicure non sia compatibile con le caratteristiche del sito;

– individuare le misure atte a minimizzare i rischi per i lavoratori, in base alle attrezzature utilizzate, prevedendo, ove necessario, l’installazione di dispositivi di protezione contro le cadute;

– nel caso in cui l’esecuzione di un lavoro richieda l’eliminazione temporanea di un dispositivo di protezione collettiva contro le cadute, segnalare la temporanea eliminazione del dispositivo stesso ed adottare misure di sicurezza equivalenti ed efficaci;

– effettuare lavori temporanei in quota solo se le condizioni meteorologiche non mettono in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori;

– vietare l’assunzione e somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche ai lavoratori addetti ai lavori in quota;

– garantire che le opere provvisionali siano allestite con buon materiale e a regola d’arte, efficienti, proporzionate e idonee allo scopo, e provvedere alla loro verifica secondo l’Allegato XIX prima del loro reimpiego.

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Sono molti i rischi ai quali va incontro chi svolge lavori in ambienti confinati, ancor di più se sono presenti sostanze pericolose.

Per ambiente confinato si intende uno spazio circoscritto, caratterizzato da accessi e uscite difficoltosi o limitati, da una ventilazione naturale sfavorevole, nel quale può verificarsi un infortunio grave o mortale in presenza di agenti pericolosi (come ad esempio gas, vapori, polveri, atmosfere esplosive, agenti biologici, rischio elettrico, ecc.), in carenza di ossigeno, per difficoltà di evacuazione, per difficoltà di comunicazione con l’esterno.

I luoghi di lavoro interessati sono pozzi, pozzi neri, fogne, camini, fosse in genere, gallerie, condutture, caldaie e simili, vasche, canalizzazioni, serbatoi e simili, tubazioni, recipienti, silos, cunicoli. Si tratta dei luoghi di lavoro richiamati dagli artt. 63, 66, 121 e dal punto 3 dell’Allegato IV del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Non esitare a contattarci per trovare insieme la giusta procedura per la tua azienda.

Ma quali sono i principali rischi?

I principali rischi per le attività in ambienti confinati sono dovuti alla possibile presenza di sostanze inquinanti nell’aria, ovvero alla carenza di ossigeno.

In entrambi i casi si può quindi di rischio di tipo chimico: Ossidi di azoto (NO2,NOx), Ossidi di zolfo (SO2), Monossido di Carbonio, Benzene, formaldeide sono tra i contaminanti aerodispersi a maggior rischio che agiscono attraverso un meccanismo di tossicità.

Un altro rischio è legato a cadute accidentali o provocate da sensazioni di vertigini, anche eventualmente correlate alla carenza di ossigeno che provoca inizialmente stato di torpore e sonnolenza. È indispensabile in questi casi installare dispositivi di controllo e monitoraggio dell’aria, (sia indossabili che fissi) che rivelino eventuali stati di sott-ossigenazione o presenza di contaminanti al di sopra dei valori sogli consentiti.

Infine, non sono da trascurare rischi correlati ad esposizione a sorgenti acustiche a livelli di emissione pericolosi, anche in virtù della attività svolte all’interno degli spazi e dell’acustica particolare di questi ultimi; disagi riconducibili a situazioni microclimatiche sfavorevoli (elevata umidità, calore eccessivo) ed il sempre presente rischio incendio che va valutato attentamente in relazione all’eventuale presenza di sorgenti di innesco e delle già citate sostanze chimiche anche potenzialmente infiammabili (Benzene, Formaldeide).

Affidati ad un intervento professionale ed esperto nella messa in sicurezza degli accessi agli spazi confinati.

Spazi confinati

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L’installazione della linea vita deve essere seguita secondo le normative di legge e da parte di aziende specializzate, il sistema di ancoraggio si può utilizzare per eseguire lavori in quota di vario tipo: dalla manutenzione ordinaria delle grondaie al rifacimento della facciata passando per l’installazione di dissuasori per piccioni, antenne o canne fumarie.

L’installazione dei dispositivi anticaduta è disciplinata dalla normativa UNI EN 795. L’installazione deve rispettare un iter preciso per garantirne la sicurezza:

-Redazione del progetto della linea vita da presentare al Comune

-Relazione di calcolo e verifica degli ancoraggi

-Certificazione del materiale e certificazione della posa corretta da parte della ditta di installazione

-Rilascio di un manuale d’uso a disposizione di chiunque dovrà servirsi della linea vita

-Programma di manutenzione obbligatoria e periodica

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Come installare una linea vita?

Una linea vita è formata da un cavo o un binario rigido, orizzontale, inclinato o verticale, su cui scorre un elemento di connessione, come un moschettone, una navetta ecc., collegato all’imbracatura dell’operatore. Le linee vita non devono essere per forza rettilinee, ma possono essere curve per seguire l’andamento della superficie sulla quale sono applicate.

Per installarla, oltre ad un operatore esperto e certificato, occorrono un cavo in acciaio inox o zincato per le linee vita flessibili, un profilato in alluminio o in acciaio per quelle rigide. L’installatore, munito di tutti i DPI, applica i ganci alla sezione dove è necessario installare la linea e fa passare il cavo negli appositi fermi fissati in precedenza. Le linee vita possono essere installate laddove è necessario garantire la sicurezza nel lavoro, quindi su tetti, controsoffitti, coperture ecc.

Il fai da te non è mai consigliato: l’installazione di una linea vita deve sempre seguire un progetto e rispettare le normative europee in merito alla sicurezza.

Hai bisogno di installare una linea vita? Rivolgiti a noi per un preventivo gratuito!

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Chi può installare linee vita?

Solo le aziende che riescono a garantire il rispetto degli standard e delle norme dedicati alle linee vita possono installarle. Anche se, difatti, non esistono leggi a proposito di una figura preposta all’installazione, nel concreto va da sé che debba essere una ditta operante nel settore.

Linea Vita Campania è in grado di fornire consulenza per tutte le fasi che portano all’installazione di linee vita; partendo dalla progettazione è in grado di affiancare le imprese costruttrici e gli studi di progettazione edile suggerendo le soluzioni migliori in grado di rispettare le leggi e le normative vigenti.

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L’installazione di una linea vita è indispensabile per garantire la massima sicurezza nell’esecuzione di lavori edili e di manutenzione.

La linea vita è un sistema di ancoraggio in quota posto sui tetti che consente agli operai di agganciare le funi e le imbracature di sicurezza. Il sistema a binario si compone di connettori, carrelli e terminali che varieranno per tipologia e numero a seconda del tipo di utilizzo previsto per l’impianto.

Come avviene l’installazione di una linea vita?

L’installazione di una linea vita è necessaria per la sicurezza e richiesta dalla legge. L’impianto anticaduta e l’impianto per la sospensione consentono di eseguire interventi edili e di manutenzione in quota nella massima sicurezza. Gli operai sospesi su corda potranno svolgere il loro lavoro tramite un sistema di ancoraggio che facilita il raggiungimento delle zone di intervento senza il rischio di precipitare e garantendo anche una maggiore rapidità e la massima efficacia delle operazioni. L’installazione dei dispositivi anticaduta è disciplinata dalla normativa UNI EN 795. In Italia è stata la Regione Toscana la prima a introdurre l’obbligo di installazione di linee vita con l’emanazione di una normativa propria a cui hanno fatto seguito altre normative regionali.

L’installazione deve rispettare un iter preciso per garantirne la sicurezza:

-Redazione del progetto della linea vita da presentare al Comune

-Relazione di calcolo e verifica degli ancoraggi

-Certificazione del materiale e certificazione della posa corretta da parte della ditta di installazione

-Rilascio di un manuale d’uso a disposizione di chiunque dovrà servirsi della linea vita

-Programma di manutenzione obbligatoria e periodica

In seguito all’installazione della linea vita, secondo le normative di legge e da parte di aziende specializzate, il sistema di ancoraggio si può utilizzare per eseguire lavori in quota di vario tipo: dalla manutenzione ordinaria delle grondaie al rifacimento della facciata passando per l’installazione di dissuasori per piccioni, antenne o canne fumarie.

Le Linee Vita hanno proprio lo scopo di garantire ad ogni lavoratore un grado ottimale di sicurezza, che possa permettergli di effettuare ogni operazione in modo sicuro ed ottimizzato.

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L’obbligo di installare una linea vita sul tetto in Campania

Il proprietario o l’amministratore di un immobile deve garantire la presenza di idonee misure di protezione per chi lavora sul tetto della propria abitazione. Questo viene stabilito dal testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro D.lgs 81/08.

Dunque, quando un proprietario di una villetta o un amministratore di condominio commissionano un lavoro di ordinaria manutenzione sul tetto ad un antennista, ad un muratore o ad uno spazzacamino, i primi hanno la responsabilità di assicurarsi della presenza o della predisposizione di idonee misure di protezione e del loro corretto utilizzo.

Queste misure di protezione possono consistere in parapetti, reti anticaduta o in alternativa ancoraggi o linee vita fisse o provvisorie a cui chi lavora possa assicurarsi mediante un’imbracatura ed un sistema di collegamento.

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Ma quando si devono obbligatoriamente installare le linee vita?

Le varie regioni e province autonome italiane hanno emesso delle leggi che definiscono l’obbligo di installare sistemi di protezione permanenti da lasciare in dotazione agli edifici, in alcune precise occasioni.

Queste fasi, salvo regolamenti regionali con deroghe e prescrizioni particolari, consistono in:

-Costruzione di un nuovo edificio

-Manutenzione straordinaria (ma anche ordinaria in alcune regioni) del tetto

In queste fasi comunque, in molte regioni è specificato l’obbligo di installare dispositivi permanenti che possano garantire la sicurezza per accessi successivi al tetto.

La normativa in Campania

In data 20 novembre 2017 è stata approvata dal Consiglio Regionale campano, una legge che prescrive l’installazione di sistemi di protezione permanenti sulle coperture. Sul testo della Legge regionale 20 novembre 2017, n. 31 pubblicata sul bollettino ufficiale N. 84, si fa riferimento esplicito, come esempio di sistema da adottare, ai sistemi di ancoraggio, comunemente indicati come linee vita.

Su quali coperture devono essere installate le linee vita in Campania?

Su tutti i tetti con falde piane o inclinate degli edifici di nuove costruzioni e sui tetti oggetto di SCIA (sulla legge non viene specificato che il sistema di ancoraggi si limiti all’area oggetto dell’intervento). Inoltre, secondo il testo di legge della Regione Campania, deve essere redatto un Elaborato tecnico della copertura (un fascicolo contenente vari documenti) che deve integrare, ove previsto, il fascicolo dell’opera richiesto dal D.lgs 81/08 all’articolo 91. L’elaborato deve contenere: “le indicazioni progettuali, le prescrizioni tecniche, le certificazioni di conformità e quant’altro necessario ai fini della prevenzione e protezione dei rischi di caduta dall’alto. ”

In Campania, come in altre regioni si è quindi scelto, in merito all’obbligo di installazione di linee vita sui tetti, di approvare un testo di legge piuttosto sintetico delegando poi ad un successivo regolamento tecnico la trattazione dettagliata dei vari aspetti.

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