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Il 9 ottobre ricorre la 72ª edizione della Giornata ANMIL (Associazione fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro.

La Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, un evento che l’Associazione organizza ogni anno per ricordare l’importanza del tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. A seguito dell’istituzionalizzazione con D.P.C.M. del 1998, viene celebrata nella seconda domenica di Ottobre in tutta Italia, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Quest’anno la 72ª edizione ricorre il 9 ottobre.

La Storia

La rifondazione dell’associazione risale al 1943 e successivamente diviene ente pubblico con la legge 21 marzo 1958, n 335. Ad oggi rimane un’associazione di diritto privato e mantiene la sua qualificazione di ente morale nonché conserva i compiti associativi previsti dal proprio statuto e di rappresentanza e tutela dei mutilati e invalidi del lavoro. Nel 2003 l’associazione diviene ANMIL Onlus. La prima “Giornata Nazionale del Mutilato” si tenne, dunque, a Roma il 19 Marzo 1951 e per l’occasione, il giorno precedente, l’allora Presidente Nazionale ANMIL Bartolomeo Pastore tenne un discorso di presentazione dell’iniziativa alla radio, fatto di eccezionale rilevanza per l’epoca.

L’obiettivo era quello di ricordare all’opinione pubblica, alle Istituzioni ed alle forze politiche la necessità di concentrare la propria attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e di garantire la giusta tutela alle vittime del lavoro e alle loro famiglie. L’istituzionalizzazione della “GIORNATA” è avvenuta prima con la pubblicazione nella Gazz. Uff. del 12 maggio 1998, n. 108 del Dir.P.C.M 24 aprile 1998  e poi con la Dir.P.C.;. 7 marzo 2003 pubblicata nella Gazz. Uff. il 15 maggio 2003, n. 111 ove l’associazione richiede ed ottiene la celebrazione alla seconda domenica del mese di ottobre di ogni anno.

La sicurezza nei luoghi di lavoro oggi

Nonostante la grave recrudescenza del fenomeno infortunistico che grava sul Paese ad oggi la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, che dovrebbe invece rappresentare una priorità e questa manifestazione sarà  l’occasione per sensibilizzare sul tema le forze politiche appena elette a governare il paese, stimolando riflessioni e assunzioni di un impegno per il futuro, al fine di attuare un programma di governo che tenga conto delle proposte concrete per arginare morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali.

Linea Vita Campania mette a disposizione la propria esperienza al servizio della sicurezza sul lavoro.

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Devi svolgere dei lavori su tetto e devi far installare la linea vita, ma hai paura che ti costi più l’installazione della linea vita che il lavoro? In realtà, installare un sistema anticaduta linea vita fa risparmiare più di quanto si pensi.

Responsabilità

Sai quanto ti costerebbe una sanzione?

Ogni responsabile di un immobile (amministratore condominiale o proprietario) o il datore di lavoro, dirigenti e preposti possono essere coinvolti in azioni penali e civili qualora emergano violazioni o deficienze nei riguardi delle normative vigenti. Il committente (colui che ordina/commissiona i lavori) è responsabile in solido civilmente e penalmente della sicurezza dei lavoratori in caso di infortunio anche per i lavori in quota e quindi tenuto a prevenire la caduta dall’alto attivando le misure di prevenzione come da D.lgs. 81/2008.

Lavori futuri

E se in futuro avessi bisogno di ulteriori lavori su tetto?

I lavori da svolgere sul tetto non riguardano solamente la copertura, ma sul tetto vi accedono anche antennisti per la sistemazione delle singole antenne o dell’antenna centralizzata, chi esegue la manutenzione e pulizia delle canne fumarie e altri operatori che per altre esigenze devono salire sul tetto per eseguire il lavoro. Dover installare una linea vita sul proprio tetto può sembrare a prima vista un disturbo, una spesa inutile: niente di più sbagliato! Perché si avrà un notevole risparmio negli anni successivi, non servendo ponteggi o parapetti provvisori che sono molto costosi, anche in caso di occupazione suolo pubblico.

Estetica

Quanto ti costerebbe uno sgradevole impatto visivo?

Anche dal punto di vista estetico, la linea anticaduta non altera l’aspetto dell’edificio poiché si compone sostanzialmente di un filo o un binario metallico che risultano sempre davvero poco invasivi. Dunque, le linee vita risultano ideali per abitazioni private, ville, hotel, edifici storici, complessi residenziali ed industriali e per tutte quelle strutture che richiedano un impatto visivo ridotto e particolare attenzione all’estetica.

Dunque, scegliere una linea vita consente di risparmiare e garantisce comunque ottimi standard di sicurezza.

Linea Vita Campania è composta da un team di specialisti del settore anticaduta, con ampia esperienza nel campo e in grado di offrire metodi collaudati ed efficaci per la realizzazione di ogni opera in piena sicurezza.

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Sul mattino si parla di noi e dei nostri sistemi di sicurezza contro le cadute dall’alto, ossia le Linee Vita, dispositivi di sicurezza che hanno il compito di garantire la protezione di tutti gli addetti ai lavori in quota, andando a ridurre la possibilità che si verifichino eventuali cadute dall’alto.

Ovviamente, la presenza di una linea vita diventa obbligatoria in un cantiere quando vengono effettuati lavori in altezza, come ad esempio su coperture, tetti o piani di lavoro aventi un’altezza maggiore ai due metri (a partire dal piano terra).

Per noi di Linea Vita Campania, oggi, gestire la messa in sicurezza di un’opera richiede un’ampia conoscenza del settore ed una profonda cura dei dettagli, in misura maggiore rispetto al passato. Ciò, non soltanto per essere conformi alle normative, ma anche e soprattutto per tutelare al meglio i propri operatori.

Aspetto fondamentale e da non trascurare, è, poi, come riporta l’articolo sul mattino, la revisione periodica del sistema da attuare con cadenza annuale e prima dell’uso di una Linea vita inutilizzata per qualche periodo. Una revisione che, noi di Linea Vita Campania, svolgiamo rilasciando la relativa certificazione di avvenuto controllo e sicurezza.

Leggi l’articolo completo sul Mattino!

La sicurezza sul lavoro è l’insieme delle azioni interne ed esterne all’azienda, mirate a garantire l’incolumità (in materia di sicurezza, appunto) dei lavoratori e del personale presente.

Recenti indagini di settore hanno evidenziato quanto, una corretta politica orientata alla salute dei lavoratori, porti un sicuro ritorno positivo in azienda, non solo per ciò che concerne i rapporti umani, ma anche in termini di redditività. Benessere psico-fisico, tranquillità ambientale, positività diffusa e produttività aumentata sono solo alcuni dei benefit che possono svilupparsi nei luoghi di lavoro grazie ad un mirato investimento su prevenzione nei luoghi di lavoro.

LA NOSTRA ESPERIENZA AL SERVIZIO DELLA TUA SICUREZZA!

Chi deve garantire la sicurezza sul lavoro in azienda?

Il datore di lavoro è la figura giuridica garante e responsabile nella propria azienda. Ma non solo infatti grava anche sui dipendenti o collaboratori che devono comunque sempre adottare un comportamento consono alla struttura in cui si trovano o alla mansione loro affidata. I lavoratori infatti non sono solamente i soggetti tutelati ma anche attori attivi: devono quindi essere consapevoli delle condizioni del proprio ambiente lavorativo, dell’utilizzo delle attrezzature, dell’utilizzo dei DPI e devono partecipare alla valutazione dei rischi attraverso il loro rappresentante dei lavoratori RLS.

Tra i compiti principali del Datore di Lavoro in tal senso ricordiamo:

il dovere di offrire un ambiente lavorativo sicuro

il dovere di informare e formare i lavoratori sui rischi presenti in loco

il compito di vigilare e verificare il rispetto delle norme antinfortunistiche (norme UNI) da parte dei dipendenti

la stesura del DVR

l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale

Occasionalmente il datore di lavoro sicurezza decide di ricoprire la carica di Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP). In questo caso egli potrà ricoprire il ruolo solo ed unicamente dopo aver egli stesso frequentato l’apposito corso di RSPP datore di lavoro.

Consulta i servizi offerti per garantire la sicurezza e l’efficienza del tuo lavoro, secondo le normative vigenti.

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I Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) sono indispensabili per la sicurezza sul lavoro, dagli Spazi Confinati e/o Sospetti di Inquinamento ai Lavori in Altezza. Attraverso un’adeguata progettazione permettono di abbattere i rischi di caduta dall’alto.

Durante la salita e la discesa sono le fasi in cui si hanno maggiori rischi, che variano anche in base alle misure corporee di un lavoratore quali peso, larghezza delle spalle (asse maggiore), profondità del corpo (asse minore) ed il baricentro. In questo caso, i DPI sono indispensabili. Nello specifico è necessario prevedere l’uso di sistemi di arresto caduta, previsti dall’art. 115 del D.Lgs. n. 81/2008, per prevenire le cadute dall’alto quali:

  1. Punto di Ancoraggio: per prevenire o arrestare completamente le cadute dall’alto:
  2. Assorbitore: una componente del sistema anticaduta attenua gli effetti di un’eventuale caduta dall’alto;
  3. Cordino: il cordino in fune metallica, fibra sintetica o catena è l’elemento intermedio tra il punto di ancoraggio e l’assorbitore;
  4. Imbracatura per il Corpo: costituita da larghe cinture, fibbie di regolazione a anelli di ancoraggio, ha la principale funzione di sistema anticaduta.

Inoltre è fondamentale prevedere una procedura di emergenza, in particolar modo nella fase di discensione. Bisogna calcolare anche la sindrome da sospensione, perché tutte le volte che un corpo rimane in sospensione le fasce cosciali possono lasciare segni se utilizzate a lungo. Un’operazione che deve eseguita a seguito di adeguata formazione e addestramento.

Per maggiori informazioni, visita la sezione dedicata sul nostro sito.

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Per sicurezza sul lavoro si intende l’insieme delle azioni mirate a garantire l’incolumità dei lavoratori.

La sicurezza sul lavoro riguarda l’insieme delle misure da adottare per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori ed evitare o ridurre sensibilmente i rischi durante le prestazioni lavorative. Tale condizione si verifica quando i lavoratori sono dotati di tutti i sistemi di protezione per svolgere la propria attività e sono informati su tutte le normative vigenti.

La salute e la sicurezza sul lavoro devono promuovere e mantenere il più alto livello di benessere fisico, mentale e sociale dei lavoratori in tutte le professioni e alla prevenzione adottate dal datore di lavoro e dai dipendenti.

Inoltre, il luogo di lavoro deve essere dotato di tutti gli strumenti necessari per garantire protezione contro eventuali incidenti.

L’importanza dell’informazione: formazione e addestramento

La formazione e l’addestramento sono elementi indispensabili per garantire la sicurezza sul lavoro nei lavori a rischio. La conoscenza di tutte le misure da adottare è l’unico strumento che possa garantire ai lavoratori la propria incolumità e quella dei colleghi.

In ambito della sicurezza sul lavoro, una delle figure responsabili è il datore di lavoro, il quale svolge un ruolo chiave nella tutela dei propri dipendenti. Il datore, infatti, ha l’obbligo di valutare ed evitare che i probabili pericoli dell’attività si traducano in rischi per i dipendenti, dunque di provvedere alla loro formazione e all’addestramento.

Qual è il decreto legislativo che regolamenta la sicurezza sul lavoro?

La normativa che regolamenta la Sicurezza sul lavoro in Italia è il Decreto Legislativo 81/08 o Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, aggiornato a gennaio 2019.

Il decreto legislativo 81/08 stabilisce:

regole,

procedure

misure preventive

da adottare per rendere sicure le attività sul luogo di lavoro, qualunque essi siano.

Tra le maggiori innovazioni trattate nel decreto legislativo Testo Unico, ricordiamo:

l’individuazione dei fattori e delle sorgenti di rischio

la riduzione del rischio nei luoghi di lavoro

il monitoraggio continuo delle misure preventive

l’elaborazione di una strategia aziendale accettata e condivisa.

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La revisione della norma UNI 11560 ha portato grandi cambiamenti

In data 23 giugno 2022 è stata pubblicata dall’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) la revisione (UNI 11560 2022) della norma tecnica UNI 11560:2014.

La revisione UNI 11560 del 2022 introduce delle importanti novità, che riguardano principalmente tre punti:

la documentazione a corredo del sistema di ancoraggio, partendo dalla progettazione;

le figure coinvolte nei processi di installazione, ispezione e manutenzione;

i controlli da eseguire in fase di ispezione.

La documentazione a corredo del sistema di ancoraggio

La norma 11560:2022, richiede obbligatoriamente, tra la documentazione a corredo del sistema, la presenza dell’ETC e della Relazione di Calcolo a firma di un Tecnico Abilitato. Nella revisione precedente del 2014, tale documentazione era solamente suggerita.

Le figure coinvolte nei processi di installazione, ispezione e manutenzione

Con la nuova revisione 11560 del 2022, vengono introdotte tre nuove definizioni relative alla figura dell’installatore dei sistemi di ancoraggio.

Installatore base: Persona competente, in grado di effettuare il montaggio, l’eventuale smontaggio e l’ispezione al montaggio del sistema di ancoraggio.

Installatore intermedio: Persona competente, in grado di effettuare il montaggio, l’eventuale smontaggio, l’ispezione al montaggio e l’ispezione periodica del sistema di ancoraggio.

Installatore avanzato: Persona competente, in grado di effettuare il montaggio, l’eventuale smontaggio, l’ispezione al montaggio, l’ispezione periodica e l’ispezione straordinaria del sistema di ancoraggio.

Precedentemente, venivano invece individuate tre figure, ciascuna associata ad una differente attività: l’installatore, l’ispettore e il manutentore.

Controlli da eseguire in fase di ispezione

I controlli sulla documentazione del sistema di ancoraggio introdotti nella revisione 11560 del 2022 prevedono la verifica durante le fasi di ispezione al montaggio, ispezione prima dell’uso, ispezione periodica e ispezione straordinaria circa la presenza di:

Elaborato grafico rappresentativo del sistema;

Relazione tecnica generale;

Relazione di calcolo strutturale;

Documentazione fotografica del sistema;

Dichiarazione di corretta posa del sistema;

Manuali di installazione, uso e manutenzione degli ancoraggi;

Dichiarazione di conformità/rispondenza degli ancoraggi;

Indicazione d’uso dei DPI da utilizzare;

Programma di manutenzione del sistema;

Registro delle ispezioni/manutenzioni del sistema;

Registro degli accessi al sistema.

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In generale, uno spazio confinato è una zona con mezzi limitati di ingresso e uscita che non è stato progettato per la permanenza delle persone e che non ha una ventilazione adeguata.

La valutazione del rischio delle attività in spazi confinati è un obbligo a carico del Datore di Lavoro, sancito dal D. Lgs. 81/08. Ma, a fronte di un grave vuoto della legislazione e normativa italiana sulla definizione di precisi criteri per identificare e definire i livelli di pericolosità degli spazi confinati, vengono accorpati in un termine vago una variegata casistica di luoghi (aperti, chiusi, con rischio di caduta o meno, con rischio chimico o meno, di dimensioni rilevanti o contenute, etc.).

Ad ogni modo, in tutte le aziende in cui vengono svolti lavori in spazi confinati, i responsabili della sicurezza per condurre correttamente la valutazione dei rischi sono portati a:

Avere la formazione necessaria per conoscere nella sua totalità il lavoro e i rischi e pericoli che lo distinguono.

Individuare tutte le zone che possono definirsi “spazi confinati”

Eliminare il pericolo alla fonte: se è possibile, eliminare il pericolo alla fonte con ad esempio una bonifica dell’ambiente o aumentando i livelli di ventilazione dello spazio confinato.

Identificare tutti i possibili rischi presenti

Studiare e identificare i DPI obbligatori e le strumentazioni necessarie

Programmazione dell’intervento

La valutazione dei rischi per gli spazi confinati comporta anche che il responsabile della sicurezza si preoccupi di fornire la formazione necessaria ai lavoratori. La conoscenza delle tecniche, dei materiali, dei dispositivi utilizzati e delle procedure di lavoro concorrono in uguale misura alla sicurezza degli operatori e dei committenti.

Non esitare a contattarci per trovare insieme la giusta procedura per la tua azienda.

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Il D. Lgs.81/08 stabilisce che all’interno di un’azienda deve essere presente la figura di Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), necessaria al mantenimento di un ambiente di lavoro sano e sicuro.

Il responsabile del servizio prevenzione e protezione può essere:

interno all’azienda: un lavoratore scelto dal datore di lavoro, in possesso di capacità e requisiti adeguati al compito;

esterno: professionista esterno all’azienda esperto in sicurezza aziendale;

il datore di lavoro.

La nomina avviene tramite un modulo che assegna l’incarico al soggetto; il modulo deve essere poi conservato in azienda nei Documenti di Valutazione dei Rischi.

In ogni azienda può esserci un solo RSPP, tuttavia è possibile nominare alcune figure chiamate ASPP (Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione) che lo aiutano a svolgere i suoi compiti. Gli ASPP devono comunque anch’essi avere determinate caratteristiche tecniche per poter svolgere questo ruolo.

Quali sono i principali compiti del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione?

Il compito principale del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione è quello di gestire le misure preventive e protettive a tutela dei lavoratori.

In particolare si occupa di:

rilevare i fattori di rischio presenti ed elaborare delle misure di sicurezza e di sanità adeguate;

controllare l’effettiva applicazione delle misure di protezione;

presentare piani di formazione ed informazione per il personale;

collaborare con il datore di lavoro per quanto riguarda i rischi presenti sul luogo di lavoro, elaborare misure di protezione e prevenzione;

partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza e alle riunioni periodiche previste dalla legge;

collaborare con un medico competente per il Lavoro per valutare i rischi all’interno dell’azienda;

partecipare alla realizzazione del Documento di Valutazione dei Rischi.

Linea Vita Campania è un’azienda specializzata nella Progettazione e Produzione di Sistemi Anti-caduta quali Linee Vita. Il nostro punto di forza è l’estrema attenzione nei sistemi progettati, eseguiti con la massima scrupolosità e con prodotti esclusivamente Made in Italy, per garantire ogni giorno, il massimo delle prestazioni e una qualità superiore ai nostri clienti.

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Per definire con precisione quali sono i lavori in quota occorre rifarsi alle leggi vigenti, in particolare il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (decreto 81/08), e alle loro interpretazioni fornite dalla Corte di Cassazione in diverse sentenze.

Sono considerabili lavori in quota quelli eseguiti a un’altezza superiore ai 2 metri. In precedenza, era dubbio se questa altezza dovesse essere misurata a partire dal piano di calpestio oppure dal livello delle braccia del lavoratore che esegue propriamente il lavoro; oggi, il Testo unico chiarisce all’articolo 107 che tale altezza va intesa “rispetto a un piano stabile” (terreno, pavimento, tetto, ponteggi e così via).

Di conseguenza, i lavori in quota sono tutti quelli che includano mansioni che vengano svolte, anche solo temporaneamente, a un’altezza superiore ai 2 metri dal piano. Nella maggior parte dei casi si tratta di un lavoro in cantieri edili per costruzioni o ristrutturazioni: del resto, è nell’edilizia che si verifica la maggior parte degli infortuni che coinvolgono i lavoratori in quota.

La formazione per i lavori in quota

Non esiste un articolo di legge che parli del corso per lavori in quota, al contrario sono previsti corsi relativi all’utilizzo delle attrezzature, dei dispositivi e delle procedure di lavoro necessarie alla gestione del rischio di caduta dall’alto che è presente in questa tipologia di lavori, e cioè:

  • il posizionamento mediante funi
  • l’utilizzo dei DPI anticaduta (artt. 115 e 77 del D. L.vo 18/08);
  • il montaggio, l’uso, la trasformazione e lo smontaggio dei ponteggi (art. 136 e allegato XXI del D. L.vo 18/08) con la specifica presenza di un preposto con funzione di sorveglianza (artt. 136 e 37 del D. L.vo 18/08).

La formazione per gli operatori in quota non può risolversi con la sola formazione teorica, ma deve prevedere anche un addestramento pratico.

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