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Che cosa è la durata di vita di un DPI?

La durata di vita di un DPI è quel periodo di tempo previsto per un utilizzo del DPI in condizioni di totale sicurezza. La durata di vita, non è un periodo di tempo fisso, cristallino, determinato, ma è solamente una previsione in quanto può variare (diminuire) in funzione di diversi fattori, tra cui:

  • l’evoluzione delle tecniche e della compatibilità dei prodotti tra loro;
  • l’intensità e la frequenza di utilizzo;
  • l’ambiente e le condizioni di utilizzo: presenza di aerosol salini, fumi o vapori, ambienti chimici aggressivi, ambienti polverosi, freddo o calore estremo, umidità, ecc;
  • l’eventuale mancato rispetto delle condizioni di utilizzo, di manutenzione e di stoccaggio riportate all’interno delle Istruzioni d’Uso e di Manutenzione del prodotto;
  • l’esito delle ispezioni periodiche obbligatorie eseguite da personale competente.

Un medesimo DPI potrebbe quindi avere una durata di vita differente in funzione delle condizioni di utilizzo in cui viene impiegato. Tanto più queste sono aggressive, tanto maggiore deve essere la frequenza dell’ispezione periodica.

Un esempio relativo alla frequenza di ispezione periodica in funzione delle condizioni:

Condizioni di utilizzo         Frequenza raccomandata per l’ispezione periodica

Regolare – Occasionale   12 mesi

Frequente oppure

Regolare – Occasionale in ambiente aggressivo      6 mesi

Intensivo oppure

Frequente in ambiente aggressivo      3 mesi

Dove trovo la durata di vita di un DPI?

Tale informazione, per la maggior parte dei casi, è reperibile all’interno delle Istruzioni d’Uso e di Manutenzione del DPI, ma, il alcuni casi, i fabbricanti hanno pubblicato delle comunicazioni ufficiali riportanti un aggiornamento in merito all durata di vita dei propri DPI, abrogando quindi quanto scritto all’interno delle Istruzioni d’Uso e di Manutenzione emesse con data antecedente a quella della comunicazione.

Qualificati presso i principali produttori e importatori per la revisione DPI interveniamo anche direttamente in azienda per ridurre al minimo le interruzioni nelle attività lavorative causate dall’assenza dei DPI mandati a ispezionare.

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Secondo la legge italiana è obbligatorio predisporre tutte le misure di sicurezza necessarie per eseguire lavori in alta quota senza pericoli e tutelando i lavoratori (Art.115 del D.lgs 81/08).

La linea vita rientra nei requisiti, ed è un comodo sistema di sicurezza utile per svolgere interventi a un’altezza di almeno 2 metri dal suolo e che può essere utilizzata con efficacia sia in un’azienda che su una abitazione civile.

In particolare è adatta a:

  • lavori di ristrutturazione o manutenzione di una struttura già esistente e posta in altezza, come ad esempio un tetto;
  • interventi su superfici finestrate estese;
  • interventi per installare e manutenere impianti tecnologici in altezza.

È quindi un’ottima soluzione per innumerevoli attività, tra cui: intervenire su un tetto, eseguire lavori di restauro, sistemare l’antenna del televisore, pulire le grondaie, installare l’impianto fotovoltaico o riverniciare una finestra.

Ma quando è il momento giusto per installare una linea vita?

Il momento ideale per il montaggio di una linea di ancoraggio sul tetto della propria abitazione è quello in cui il tetto stesso viene realizzato (ovvero in fase di costruzione dell’edificio) o in occasione di una manutenzione straordinaria. In queste fasi risultano infatti esposte le parti della struttura a cui fissare gli elementi della linea vita.

Proprio per questo motivo le regioni che hanno reso obbligatoria l’installazione di linee vita e di sistemi permanenti per la prevenzione delle cadute dall’alto hanno definito che l’installazione deve avvenire in occasione della costruzione di nuovi edifici o di manutenzioni straordinarie al tetto.

Nulla vieta, ed è anzi prassi consolidata per molti amministratori immobiliari, di commissionare l’installazione di sistemi di ancoraggio senza che su un tetto già esistente siano previsti interventi di manutenzioni straordinaria. In questo caso l’amministratore tutela la sicurezza di operai e manutentori che dovessero accedere ad un tetto privo di altri sistemi di protezione.

Contattaci per maggiori informazioni o per ulteriori approfondimenti.

I DPI di terza categoria sono attrezzature fondamentali per garantire il massimo livello di protezione dei lavoratori contro i possibili rischi derivanti dalle loro particolari mansioni.

La normativa di riferimento D.Lgs. 81/08 specifica che i dpi di terza categoria in alcuni ambiti sono obbligatori, mentre in altri casi sono facoltativi ed è a discrezione del datore di lavoro o del lavoratore scegliere se indossarli oppure no.

Elenco dpi terza categoria:

Elenco dpi terza categoria:

Elmetti: gli elmetti rientrano probabilmente negli strumenti di questa categoria più diffusi in quanto sono previsti in svariati ambiti lavorativi. Questi dispositivi proteggono il capo dalle cadute accidentali e anche da quelle di materiali provenienti dall’alto. Gli elmetti omologati e conformi alla legge sono dotati di aggancio di sicurezza sotto il mento per impedirne lo scivolamento. Alcuni modelli sono dotati di visiera per proteggere gli occhi dagli agenti irritanti, di dispositivi otoprotettivi per proteggere l’apparato uditivo e possono essere dotati anche di maschere per tutelare le vie respiratorie.

Imbracature: sono dei dispositivi utili per lavorare in quota con un ancoraggio stabile e sicuro, indispensabile per proteggere dalle cadute accidentali. Grazie alle imbracature i lavoratori possono operare nella massima sicurezza e muoversi anche comodamente visto che sono progettate per lasciare liberi i movimenti e consentire di svolgere normalmente l’attività lavorativa. Le più diffuse imbracature ventrali sono quelle caratterizzate da ancoraggi sul retro e doppia asola inguinale.

Autorespiratori: si tratta di dispositivi di protezione per le vie respiratorie necessari per tutelare il lavoratore da grandi rischi per la sua salute come gravi lesioni o patologie. Si indossano quando vengono svolti lavori in ambienti con carenza d’ossigeno o dove c’è una forte contaminazione da inquinanti.

Linea Vita Campania si occupa della revisione DPI con professionalità e accuratezza, rilasciando per ogni dispositivo un report di ispezione attestante le verifiche e ispezioni eseguite ed applicando un datario a promemoria del successivo intervento di ispezione.

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Negli ultimi anni durante lo svolgimento di attività lavorative all’interno di spazi confinati hanno purtroppo avuto luogo diversi infortuni, anche mortali. Si sono registrati molteplici infortuni mortali all’interno dei cosiddetti spazi confinati. La causa principale? La natura ingannevole di questi ambienti che si presentano come non pericolosi ma che in realtà possono comportare gravi rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Uno spazio confinato è un’area non destinata allo stanziamento prolungato dei lavoratori, caratterizzata da limitate vie di accesso e che potrebbe presentare fattori di rischio come un’atmosfera pericolosa o inquinata. Le attività in ambienti confinati vengono svolte in quasi tutti i settori, dall’industria all’edilizia.

I dati statistici analizzati dall’Inail negli anni passati evidenziano come vi sia un’elevata frequenza di infortuni mortali legati al lavoro in spazi confinati nei settori delle costruzioni (20,5%) e dell’agricoltura-silvicoltura (19,5%), seguono le attività della metalmeccanica (fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo e fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici) con il 12,6%, dello smaltimento dei rifiuti e acque di scarico con il 9,2% e il settore alimentare, in particolare della produzione vinicola, con il 5,7%.

Non trascurabile è anche la quota relativa ai settori della movimentazione e magazzinaggio merci, del trasporto e del commercio, della manutenzione e riparazione di autoveicoli, che in totale rappresentano il 12% degli infortuni.

Fra i rischi ricorrenti a cui il lavoratore viene esposto durante la propria permanenza all’interno di uno spazio confinato si annoverano: asfissia, intossicazione, incendio/esplosione, folgorazione, caduta dall’alto, annegamento, ustioni, schiacciamento. A questi si aggiungono pericoli come: microclima sfavorevole, superfici scivolose, spazi ridotti e presenza di ostacoli, fattori psicologici e fisici dei lavoratori.

Secondo i dati statistici, le principali cause di morte sono legate alla non respirabilità dell’aria (70%).

Richiedi il supporto dei nostri tecnici per provvedere alla messa in sicurezza dei tuoi ambienti confinati.

 

Cos’è un punto di ancoraggio?

Un punto di ancoraggio è il punto su un sistema di ancoraggio al quale è previsto il fissaggio del dispositivo individuale di protezione contro le cadute (rif. UNI EN 795:2012, punto 3.6): per semplificare possiamo definire il punto di ancoraggio la parte fisica dove si aggancia il connettore (DPI).

Quale la differenza tra linea vita e dispositivi di ancoraggio (tipo A)?

I punti di ancoraggio consentono di muoversi soltanto nell’area circolare di raggio pari alla lunghezza del cordino, mentre le linee vita consentono lo spostamento lineare per tutta la loro lunghezza.

Cos’è un DPI?

La UNI 11158:2015 al punto 3.25 e la UNI 11560:2014 al punto 3.12, definiscono come dispositivo di protezione individuale (D.P.I.) un prodotto che ha la funzione di salvaguardare la persona che lo indossa, o che comunque lo porti con sé, da rischi per la salute e per la sicurezza. In particolare, un D.P.I. contro le cadute dall’alto deve assicurare la persona ad un punto di ancoraggio in modo tale da prevenire o arrestare una caduta dall’alto in condizioni di completa sicurezza.

Chi è Linea Vita Campania?

Linea Vita Campania si occupa di produrre e fornire linee vita e sistemi anticaduta per la protezione del lavoro in quota. La corretta fornitura di materiale in questo ambito relativo alla sicurezza non può prescindere la corretta e migliore progettazione del sistema e uno studio, in base alla metodologia di lavoro, dei migliori DPI da utilizzare.

Linea Vita Campania è composto da un team di specialisti del settore anticaduta, con ampia esperienza nel campo e in grado di offrire metodi collaudati ed efficaci per la realizzazione di ogni opera in piena sicurezza.

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Il 9 ottobre ricorre la 72ª edizione della Giornata ANMIL (Associazione fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro.

La Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, un evento che l’Associazione organizza ogni anno per ricordare l’importanza del tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. A seguito dell’istituzionalizzazione con D.P.C.M. del 1998, viene celebrata nella seconda domenica di Ottobre in tutta Italia, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Quest’anno la 72ª edizione ricorre il 9 ottobre.

La Storia

La rifondazione dell’associazione risale al 1943 e successivamente diviene ente pubblico con la legge 21 marzo 1958, n 335. Ad oggi rimane un’associazione di diritto privato e mantiene la sua qualificazione di ente morale nonché conserva i compiti associativi previsti dal proprio statuto e di rappresentanza e tutela dei mutilati e invalidi del lavoro. Nel 2003 l’associazione diviene ANMIL Onlus. La prima “Giornata Nazionale del Mutilato” si tenne, dunque, a Roma il 19 Marzo 1951 e per l’occasione, il giorno precedente, l’allora Presidente Nazionale ANMIL Bartolomeo Pastore tenne un discorso di presentazione dell’iniziativa alla radio, fatto di eccezionale rilevanza per l’epoca.

L’obiettivo era quello di ricordare all’opinione pubblica, alle Istituzioni ed alle forze politiche la necessità di concentrare la propria attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e di garantire la giusta tutela alle vittime del lavoro e alle loro famiglie. L’istituzionalizzazione della “GIORNATA” è avvenuta prima con la pubblicazione nella Gazz. Uff. del 12 maggio 1998, n. 108 del Dir.P.C.M 24 aprile 1998  e poi con la Dir.P.C.;. 7 marzo 2003 pubblicata nella Gazz. Uff. il 15 maggio 2003, n. 111 ove l’associazione richiede ed ottiene la celebrazione alla seconda domenica del mese di ottobre di ogni anno.

La sicurezza nei luoghi di lavoro oggi

Nonostante la grave recrudescenza del fenomeno infortunistico che grava sul Paese ad oggi la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, che dovrebbe invece rappresentare una priorità e questa manifestazione sarà  l’occasione per sensibilizzare sul tema le forze politiche appena elette a governare il paese, stimolando riflessioni e assunzioni di un impegno per il futuro, al fine di attuare un programma di governo che tenga conto delle proposte concrete per arginare morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali.

Linea Vita Campania mette a disposizione la propria esperienza al servizio della sicurezza sul lavoro.

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Devi svolgere dei lavori su tetto e devi far installare la linea vita, ma hai paura che ti costi più l’installazione della linea vita che il lavoro? In realtà, installare un sistema anticaduta linea vita fa risparmiare più di quanto si pensi.

Responsabilità

Sai quanto ti costerebbe una sanzione?

Ogni responsabile di un immobile (amministratore condominiale o proprietario) o il datore di lavoro, dirigenti e preposti possono essere coinvolti in azioni penali e civili qualora emergano violazioni o deficienze nei riguardi delle normative vigenti. Il committente (colui che ordina/commissiona i lavori) è responsabile in solido civilmente e penalmente della sicurezza dei lavoratori in caso di infortunio anche per i lavori in quota e quindi tenuto a prevenire la caduta dall’alto attivando le misure di prevenzione come da D.lgs. 81/2008.

Lavori futuri

E se in futuro avessi bisogno di ulteriori lavori su tetto?

I lavori da svolgere sul tetto non riguardano solamente la copertura, ma sul tetto vi accedono anche antennisti per la sistemazione delle singole antenne o dell’antenna centralizzata, chi esegue la manutenzione e pulizia delle canne fumarie e altri operatori che per altre esigenze devono salire sul tetto per eseguire il lavoro. Dover installare una linea vita sul proprio tetto può sembrare a prima vista un disturbo, una spesa inutile: niente di più sbagliato! Perché si avrà un notevole risparmio negli anni successivi, non servendo ponteggi o parapetti provvisori che sono molto costosi, anche in caso di occupazione suolo pubblico.

Estetica

Quanto ti costerebbe uno sgradevole impatto visivo?

Anche dal punto di vista estetico, la linea anticaduta non altera l’aspetto dell’edificio poiché si compone sostanzialmente di un filo o un binario metallico che risultano sempre davvero poco invasivi. Dunque, le linee vita risultano ideali per abitazioni private, ville, hotel, edifici storici, complessi residenziali ed industriali e per tutte quelle strutture che richiedano un impatto visivo ridotto e particolare attenzione all’estetica.

Dunque, scegliere una linea vita consente di risparmiare e garantisce comunque ottimi standard di sicurezza.

Linea Vita Campania è composta da un team di specialisti del settore anticaduta, con ampia esperienza nel campo e in grado di offrire metodi collaudati ed efficaci per la realizzazione di ogni opera in piena sicurezza.

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Sul mattino si parla di noi e dei nostri sistemi di sicurezza contro le cadute dall’alto, ossia le Linee Vita, dispositivi di sicurezza che hanno il compito di garantire la protezione di tutti gli addetti ai lavori in quota, andando a ridurre la possibilità che si verifichino eventuali cadute dall’alto.

Ovviamente, la presenza di una linea vita diventa obbligatoria in un cantiere quando vengono effettuati lavori in altezza, come ad esempio su coperture, tetti o piani di lavoro aventi un’altezza maggiore ai due metri (a partire dal piano terra).

Per noi di Linea Vita Campania, oggi, gestire la messa in sicurezza di un’opera richiede un’ampia conoscenza del settore ed una profonda cura dei dettagli, in misura maggiore rispetto al passato. Ciò, non soltanto per essere conformi alle normative, ma anche e soprattutto per tutelare al meglio i propri operatori.

Aspetto fondamentale e da non trascurare, è, poi, come riporta l’articolo sul mattino, la revisione periodica del sistema da attuare con cadenza annuale e prima dell’uso di una Linea vita inutilizzata per qualche periodo. Una revisione che, noi di Linea Vita Campania, svolgiamo rilasciando la relativa certificazione di avvenuto controllo e sicurezza.

Leggi l’articolo completo sul Mattino!

La sicurezza sul lavoro è l’insieme delle azioni interne ed esterne all’azienda, mirate a garantire l’incolumità (in materia di sicurezza, appunto) dei lavoratori e del personale presente.

Recenti indagini di settore hanno evidenziato quanto, una corretta politica orientata alla salute dei lavoratori, porti un sicuro ritorno positivo in azienda, non solo per ciò che concerne i rapporti umani, ma anche in termini di redditività. Benessere psico-fisico, tranquillità ambientale, positività diffusa e produttività aumentata sono solo alcuni dei benefit che possono svilupparsi nei luoghi di lavoro grazie ad un mirato investimento su prevenzione nei luoghi di lavoro.

LA NOSTRA ESPERIENZA AL SERVIZIO DELLA TUA SICUREZZA!

Chi deve garantire la sicurezza sul lavoro in azienda?

Il datore di lavoro è la figura giuridica garante e responsabile nella propria azienda. Ma non solo infatti grava anche sui dipendenti o collaboratori che devono comunque sempre adottare un comportamento consono alla struttura in cui si trovano o alla mansione loro affidata. I lavoratori infatti non sono solamente i soggetti tutelati ma anche attori attivi: devono quindi essere consapevoli delle condizioni del proprio ambiente lavorativo, dell’utilizzo delle attrezzature, dell’utilizzo dei DPI e devono partecipare alla valutazione dei rischi attraverso il loro rappresentante dei lavoratori RLS.

Tra i compiti principali del Datore di Lavoro in tal senso ricordiamo:

il dovere di offrire un ambiente lavorativo sicuro

il dovere di informare e formare i lavoratori sui rischi presenti in loco

il compito di vigilare e verificare il rispetto delle norme antinfortunistiche (norme UNI) da parte dei dipendenti

la stesura del DVR

l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale

Occasionalmente il datore di lavoro sicurezza decide di ricoprire la carica di Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP). In questo caso egli potrà ricoprire il ruolo solo ed unicamente dopo aver egli stesso frequentato l’apposito corso di RSPP datore di lavoro.

Consulta i servizi offerti per garantire la sicurezza e l’efficienza del tuo lavoro, secondo le normative vigenti.

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I Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) sono indispensabili per la sicurezza sul lavoro, dagli Spazi Confinati e/o Sospetti di Inquinamento ai Lavori in Altezza. Attraverso un’adeguata progettazione permettono di abbattere i rischi di caduta dall’alto.

Durante la salita e la discesa sono le fasi in cui si hanno maggiori rischi, che variano anche in base alle misure corporee di un lavoratore quali peso, larghezza delle spalle (asse maggiore), profondità del corpo (asse minore) ed il baricentro. In questo caso, i DPI sono indispensabili. Nello specifico è necessario prevedere l’uso di sistemi di arresto caduta, previsti dall’art. 115 del D.Lgs. n. 81/2008, per prevenire le cadute dall’alto quali:

  1. Punto di Ancoraggio: per prevenire o arrestare completamente le cadute dall’alto:
  2. Assorbitore: una componente del sistema anticaduta attenua gli effetti di un’eventuale caduta dall’alto;
  3. Cordino: il cordino in fune metallica, fibra sintetica o catena è l’elemento intermedio tra il punto di ancoraggio e l’assorbitore;
  4. Imbracatura per il Corpo: costituita da larghe cinture, fibbie di regolazione a anelli di ancoraggio, ha la principale funzione di sistema anticaduta.

Inoltre è fondamentale prevedere una procedura di emergenza, in particolar modo nella fase di discensione. Bisogna calcolare anche la sindrome da sospensione, perché tutte le volte che un corpo rimane in sospensione le fasce cosciali possono lasciare segni se utilizzate a lungo. Un’operazione che deve eseguita a seguito di adeguata formazione e addestramento.

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