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La prima fase dell’ispezione delle Linee Vita prevede il controllo documentale. 

L’ispezione delle linee vita è fondamentale per garantire nel tempo l’efficienza dei sistemi di ancoraggio e la sicurezza dei lavoratori in quota.

La prima cosa da controllare è la documentazione cartacea per verificare la congruità e completezza dei documenti segnalando anomalie o integrando quando possibile il materiale mancante.

A seconda della Regione e della posizione, può assumere nomi diversi come ETC (Elaborato Tecnico della Copertura), Elaborato Tecnico Dei Punti di Ancoraggio o Fascicolo Tecnico.

La documentazione è completa se nel fascicolo c’è:

l’elaborato grafico del sistema firmato dal progettista con indicati percorsi e punti di accesso sicuri, le zone sicure, i bordi a rischio caduta ed eventuali zone non accessibili con il sistema di ancoraggio;

la relazione tecnica operativa con le modalità di utilizzo del sistema comprese le tipologie e le dimensioni dei DPI abbinati;

una relazione di calcolo strutturale firmata da tecnico strutturista abilitato (in genere un ingegnere) che attesti che le strutture ed i fissaggi impiegati siano in grado di sopportare le sollecitazioni di un sistema anticaduta;

In alternativa, e se lo prevede il fabbricante, una prova di collaudo strutturale eseguita con le modalità indicate… e con esito positivo;

i manuali di uso e installazione dei dispositivi anticaduta;

la dichiarazione di corretta posa dell’installatore;

il registro delle ispezioni e delle manutenzioni straordinarie;

il cartello in corrispondenza di ogni punto di accesso che richiami, quantomeno, a prendere visione del fascicolo tecnico.

un piano di soccorso e recupero, soprattutto se il sistema è a “caduta trattenuta” e non impedita.

La mancanza di uno o più dei documenti sopra elencati potrebbe impedire l’ispezione visiva stessa.

Per maggiori info: Contatta Linea Vita Campania, www.lineavitacampania.net

L’operatore che lavora in quota ed utilizza la linea vita in modo opportuno deve seguire le prescrizioni del progettista.

Un uso scorretto dei dispositivi di protezione potrebbe esporre il lavoratore in quota a rischi con conseguenti infortuni più o meno gravi.

Per questo motivo è fondamentale saper leggere l’elaborato grafico predisposto dal fornitore della linea vita per sapere di quali cordini attrezzarsi prima e durante il lavoro in quota.

Cordino anticaduta con assorbitore di energia

Tali dispositivi rispondo alla norma tecnica EN 354 ed EN 355 per la parte dell’assorbitore. Ci sono quelli regolabili o di lunghezza ridotta, elastici, doppi e ad Y. Quando utilizzato in arresto caduta questo dispositivo si allunga notevolmente per poter dissipare l’energia pertanto è indispensabile valutare lo spazio libero di caduta quando utilizzato.

Dispositivo regolabile di tipo guidato

Questo dispositivo, regolabile e costituito da una corda di varia lunghezza (fino a 20 metri nella configurazione standard) e da un cursore, va utilizzato esclusivamente in trattenuta in quanto non è in grado di dissipare l’energia di un’eventuale caduta.

Cordino di posizionamento e trattenuta

Questi dispositivi vengono utilizzati per il posizionamento sul lavoro ovvero in tutti i lavori in cui l’operatore debba mantenersi in una posizione stabile con entrambe le mani libere (es. su di una PLE, un traliccio o su di un piano a caduta impedita).

Dispositivo retrattile

I dispositivi anticaduta retrattili sono tra i più diffusi nei sistemi anticaduta industriali. Sono progettati per l’arresto caduta. É fondamentale leggere il manuale di questi dispositivi perché alcuni sono progettati per il solo uso verticale con un punto di aggancio sopra la testa dell’operatore.

Non esiste un dispositivo adatto a fare qualsiasi tipo di lavoro. Per una corretta scelta è necessario conoscere esattamente il lavoro che si dovrà andare a svolgere e i sistemi di ancoraggio con cui si utilizzeranno i cordini.

Per maggiori info: www.lineavitacampania.net

La principale causa degli incidenti sul lavoro è la caduta dall’alto.

Le cadute dall’alto si confermano essere la maggior causa degli incidenti nel settore dell’edilizia. Per evitare questi infortuni tutti i lavoratori devono partecipare a corsi formativi generali e specialisti.

La formazione è obbligatoria per i lavori in quota e negli spazi confinati, che prevedono anche l’addestramento pratico a causa della complessità di tali attività.

Con l’emanazione del Testo Unico per la sicurezza sul lavoro, d.lgs. n. 81/2008, il datore di lavoro, per effetto dei contenuti agli artt. 36 e 37, è obbligato a fornire adeguata formazione, informazione e addestramento rispetto ai rischi specifici cui è esposto il lavoratore in relazione all’attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia, e ai rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda.

Oltre alla formazione, la tutela della sicurezza in quota si basa anche su altri fattori.

Ciò che può comportare infortuni è:

-Errata progettazione dovuta alla sottovalutazione di elementi di rischio;

-Utilizzo di prodotti non certificati e di qualità scadente che non garantiscano la tenuta nel tempo o mostrano fragilità strutturali;

-Installazione non a regola d’arte a cura di montatori inesperti;

-Assenza di revisione periodica obbligatoria;

-Documentazione mancante o incompleta.

Affidarsi a professionisti del settore come Linea Vita Campania permette di tutelare pienamente la vita degli operatori in quota.

www.lineavitacampania.net