Spazi confinati: sicurezza sul lavoro

Il termine “spazi confinati” ricorre spesso nell’ambito della sicurezza sul lavoro e identifica luoghi con specifiche caratteristiche.

Per spazio confinato si intende un qualsiasi ambiente limitato, in cui il pericolo di morte o di infortunio grave è molto elevato, a causa della presenza di sostanze o condizioni di pericolo (ad es. mancanza di ossigeno).

La normativa italiana di riferimento accomuna i rischi correlati agli spazi confinati a quelli relativi agli ambienti sospetti di inquinamento, identificando in maniera pressoché analoga le misure preventive e protettive da adottare nell’uno e nell’altro caso, come già intuibile dal D.P.R. 177 del 14.09.2011 – “Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati”.

Quali sono i possibili rischi degli spazi confinati per i lavoratori?

I rischi principali per le attività in ambienti confinati sono dovuti alla possibile presenza di sostanze inquinanti nell’aria, ovvero alla carenza di ossigeno o alle cadute accidentali o provocate da sensazioni di vertigini, anche eventualmente correlate alla carenza di ossigeno che provoca inizialmente stato di torpore e sonnolenza. Infine non sono da trascurare rischi correlati ad esposizione a sorgenti acustiche a livelli di emissione pericolosi.

È fondamentale in tutti questi casi installare dispositivi di protezione.

Secondo quanto stabilito dal D.Lgs.81/08, coloro che operano in spazi confinati sono obbligati a ricevere un’adeguata formazione e addestramento. Anche se la conferenza Stato-Regioni non ne ha definito una precisa durata e un aggiornamento periodico.

Un aspetto importante cui fare attenzione è che i Dispositivi di Protezione per le vie respiratorie sono considerati DPI di terza categoria, per i quali è necessaria una formazione specifica per poterli utilizzare in modo corretto.

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