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Negli ultimi anni durante lo svolgimento di attività lavorative all’interno di spazi confinati hanno purtroppo avuto luogo diversi infortuni, anche mortali. Si sono registrati molteplici infortuni mortali all’interno dei cosiddetti spazi confinati. La causa principale? La natura ingannevole di questi ambienti che si presentano come non pericolosi ma che in realtà possono comportare gravi rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Uno spazio confinato è un’area non destinata allo stanziamento prolungato dei lavoratori, caratterizzata da limitate vie di accesso e che potrebbe presentare fattori di rischio come un’atmosfera pericolosa o inquinata. Le attività in ambienti confinati vengono svolte in quasi tutti i settori, dall’industria all’edilizia.

I dati statistici analizzati dall’Inail negli anni passati evidenziano come vi sia un’elevata frequenza di infortuni mortali legati al lavoro in spazi confinati nei settori delle costruzioni (20,5%) e dell’agricoltura-silvicoltura (19,5%), seguono le attività della metalmeccanica (fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo e fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici) con il 12,6%, dello smaltimento dei rifiuti e acque di scarico con il 9,2% e il settore alimentare, in particolare della produzione vinicola, con il 5,7%.

Non trascurabile è anche la quota relativa ai settori della movimentazione e magazzinaggio merci, del trasporto e del commercio, della manutenzione e riparazione di autoveicoli, che in totale rappresentano il 12% degli infortuni.

Fra i rischi ricorrenti a cui il lavoratore viene esposto durante la propria permanenza all’interno di uno spazio confinato si annoverano: asfissia, intossicazione, incendio/esplosione, folgorazione, caduta dall’alto, annegamento, ustioni, schiacciamento. A questi si aggiungono pericoli come: microclima sfavorevole, superfici scivolose, spazi ridotti e presenza di ostacoli, fattori psicologici e fisici dei lavoratori.

Secondo i dati statistici, le principali cause di morte sono legate alla non respirabilità dell’aria (70%).

Richiedi il supporto dei nostri tecnici per provvedere alla messa in sicurezza dei tuoi ambienti confinati.

 

In generale, uno spazio confinato è una zona con mezzi limitati di ingresso e uscita che non è stato progettato per la permanenza delle persone e che non ha una ventilazione adeguata.

La valutazione del rischio delle attività in spazi confinati è un obbligo a carico del Datore di Lavoro, sancito dal D. Lgs. 81/08. Ma, a fronte di un grave vuoto della legislazione e normativa italiana sulla definizione di precisi criteri per identificare e definire i livelli di pericolosità degli spazi confinati, vengono accorpati in un termine vago una variegata casistica di luoghi (aperti, chiusi, con rischio di caduta o meno, con rischio chimico o meno, di dimensioni rilevanti o contenute, etc.).

Ad ogni modo, in tutte le aziende in cui vengono svolti lavori in spazi confinati, i responsabili della sicurezza per condurre correttamente la valutazione dei rischi sono portati a:

Avere la formazione necessaria per conoscere nella sua totalità il lavoro e i rischi e pericoli che lo distinguono.

Individuare tutte le zone che possono definirsi “spazi confinati”

Eliminare il pericolo alla fonte: se è possibile, eliminare il pericolo alla fonte con ad esempio una bonifica dell’ambiente o aumentando i livelli di ventilazione dello spazio confinato.

Identificare tutti i possibili rischi presenti

Studiare e identificare i DPI obbligatori e le strumentazioni necessarie

Programmazione dell’intervento

La valutazione dei rischi per gli spazi confinati comporta anche che il responsabile della sicurezza si preoccupi di fornire la formazione necessaria ai lavoratori. La conoscenza delle tecniche, dei materiali, dei dispositivi utilizzati e delle procedure di lavoro concorrono in uguale misura alla sicurezza degli operatori e dei committenti.

Non esitare a contattarci per trovare insieme la giusta procedura per la tua azienda.

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La presenza di sostanze asfissianti in ambienti confinati porterebbero ad un rischio molto elevato per l’operatore.

Fanno parte degli ambienti confinati o sospetti di inquinamento: vasche, silos, camini, pozzi, cunicoli, canalizzazioni, fogne, serbatoi, condutture, stive, intercapedini, cisterne, autobotti, camere di combustioni, reattori dell’industria chimica.

Diverse sono le tipologie di rischio che possono presentarsi in un ambiente confinato:

mancanza di ossigeno (asfissia) o per eccesso di ossigeno;

inalazione o per contatto con sostanze pericolose – gas, vapori, fumi – (intossicazione);

presenza di gas/vapori infiammabili (esplosione o incendio);

contatto con parti a temperatura troppo alta o troppo bassa (ustioni).

In particolare, la presenza nel normale ciclo produttivo di gas, ad esempio azoto o anidride carbonica, o di altre sostanze pericolose, impone al datore di lavoro di valutare il rischio di incidenti/infortuni determinati da agenti chimici, quali asfissia, intossicazione acuta, investimento di sostanze ustionanti, corrosive, incendio, esplosione (art.223 del D. Lgs.81/08).

Il rischio di asfissia, ovvero mancanza di ossigeno, si può verificare a causa di:

-permanenza prolungata e/o sovraffollamento, con scarso ricambio di aria;

-reazioni chimiche di ossidoriduzione di sostanze (ad esempio, combustione con rilascio di anidride carbonica, di ammoniaca, di acido cianidrico, di acido solfidrico).

Tutte le attività svolte in ambienti confinati devono essere precedute da una attenta e puntuale valutazione del rischio, che individui le fonti dei pericoli e predisponga le misure di sicurezza necessarie al fine di eliminare, o se ciò non è possibile, ridurre al minimo possibile i rischi.

Contatta il nostro team per lavori in ambienti confinati!

Spazi confinati

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Tel. 3351223038

Una volta individuati gli spazi confinati, ne verifichiamo i rischi collegati e identifichiamo sia le procedure di lavoro e manutenzione all’interno, sia le procedure in caso di emergenza o infortunio.

Che formazione fare per i lavori in ambienti confinati?

La normativa di riferimento che tratta del lavoro in ambienti o spazi confinati è il DPR 177/2011. In esso si definisce concretamente che lavoratore ed azienda abbiano competenze specifiche in materia oltre ad avere una adeguata formazione ed addestramento sui rischi previsti dal lavoro da svolgere.

Come fanno ad ottenere tali competenze in materia?

Svolgendo specifici corsi di formazione per lavoro in ambienti confinati.

Chi deve svolgere questi corsi?

Tutti coloro che si trovano a lavorare spazi confinati o sospetti di inquinamento, siano essi:

-Datori di lavoro

-Preposti

-RSPP

-ASPP

-Responsabili delle imprese committenti

-Lavoratori

-singoli professionisti.

Oltre alle figure professionali sopra indicate sono obbligate a frequentare il corso spazi confinati tutte quelle figure non direttamente coinvolte nell’esecuzione del lavoro in spazi confinati ma comunque preposte ad informare chi svolgerà il lavoro.

Queste figure sono:

-responsabili di cantiere e/o preposti che devono verificare le modalità lavorative di chi deve svolgere il lavoro in spazi confinati

-enti e aziende interessato ad organizzare a loro volta dei corsi di formazione

-enti e aziende che possiedono al loro interno ambienti confinati, e devono informare i fornitori sull’uso e sui rischi a questi collegati

Hai bisogno di maggiori info sugli spazi confinati?

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Sono molti i rischi ai quali va incontro chi svolge lavori in ambienti confinati, ancor di più se sono presenti sostanze pericolose.

Per ambiente confinato si intende uno spazio circoscritto, caratterizzato da accessi e uscite difficoltosi o limitati, da una ventilazione naturale sfavorevole, nel quale può verificarsi un infortunio grave o mortale in presenza di agenti pericolosi (come ad esempio gas, vapori, polveri, atmosfere esplosive, agenti biologici, rischio elettrico, ecc.), in carenza di ossigeno, per difficoltà di evacuazione, per difficoltà di comunicazione con l’esterno.

I luoghi di lavoro interessati sono pozzi, pozzi neri, fogne, camini, fosse in genere, gallerie, condutture, caldaie e simili, vasche, canalizzazioni, serbatoi e simili, tubazioni, recipienti, silos, cunicoli. Si tratta dei luoghi di lavoro richiamati dagli artt. 63, 66, 121 e dal punto 3 dell’Allegato IV del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Non esitare a contattarci per trovare insieme la giusta procedura per la tua azienda.

Ma quali sono i principali rischi?

I principali rischi per le attività in ambienti confinati sono dovuti alla possibile presenza di sostanze inquinanti nell’aria, ovvero alla carenza di ossigeno.

In entrambi i casi si può quindi di rischio di tipo chimico: Ossidi di azoto (NO2,NOx), Ossidi di zolfo (SO2), Monossido di Carbonio, Benzene, formaldeide sono tra i contaminanti aerodispersi a maggior rischio che agiscono attraverso un meccanismo di tossicità.

Un altro rischio è legato a cadute accidentali o provocate da sensazioni di vertigini, anche eventualmente correlate alla carenza di ossigeno che provoca inizialmente stato di torpore e sonnolenza. È indispensabile in questi casi installare dispositivi di controllo e monitoraggio dell’aria, (sia indossabili che fissi) che rivelino eventuali stati di sott-ossigenazione o presenza di contaminanti al di sopra dei valori sogli consentiti.

Infine, non sono da trascurare rischi correlati ad esposizione a sorgenti acustiche a livelli di emissione pericolosi, anche in virtù della attività svolte all’interno degli spazi e dell’acustica particolare di questi ultimi; disagi riconducibili a situazioni microclimatiche sfavorevoli (elevata umidità, calore eccessivo) ed il sempre presente rischio incendio che va valutato attentamente in relazione all’eventuale presenza di sorgenti di innesco e delle già citate sostanze chimiche anche potenzialmente infiammabili (Benzene, Formaldeide).

Affidati ad un intervento professionale ed esperto nella messa in sicurezza degli accessi agli spazi confinati.

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