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Per definire con precisione quali sono i lavori in quota occorre rifarsi alle leggi vigenti, in particolare il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (decreto 81/08), e alle loro interpretazioni fornite dalla Corte di Cassazione in diverse sentenze.

Sono considerabili lavori in quota quelli eseguiti a un’altezza superiore ai 2 metri. In precedenza, era dubbio se questa altezza dovesse essere misurata a partire dal piano di calpestio oppure dal livello delle braccia del lavoratore che esegue propriamente il lavoro; oggi, il Testo unico chiarisce all’articolo 107 che tale altezza va intesa “rispetto a un piano stabile” (terreno, pavimento, tetto, ponteggi e così via).

Di conseguenza, i lavori in quota sono tutti quelli che includano mansioni che vengano svolte, anche solo temporaneamente, a un’altezza superiore ai 2 metri dal piano. Nella maggior parte dei casi si tratta di un lavoro in cantieri edili per costruzioni o ristrutturazioni: del resto, è nell’edilizia che si verifica la maggior parte degli infortuni che coinvolgono i lavoratori in quota.

La formazione per i lavori in quota

Non esiste un articolo di legge che parli del corso per lavori in quota, al contrario sono previsti corsi relativi all’utilizzo delle attrezzature, dei dispositivi e delle procedure di lavoro necessarie alla gestione del rischio di caduta dall’alto che è presente in questa tipologia di lavori, e cioè:

  • il posizionamento mediante funi
  • l’utilizzo dei DPI anticaduta (artt. 115 e 77 del D. L.vo 18/08);
  • il montaggio, l’uso, la trasformazione e lo smontaggio dei ponteggi (art. 136 e allegato XXI del D. L.vo 18/08) con la specifica presenza di un preposto con funzione di sorveglianza (artt. 136 e 37 del D. L.vo 18/08).

La formazione per gli operatori in quota non può risolversi con la sola formazione teorica, ma deve prevedere anche un addestramento pratico.

Contattaci: Ufficio Tecnico/Preventivi 3477516024 – 08119217273

 

Come previsto dalla normativa vigente qualsiasi Datore di Lavoro che abbia fornito in dotazione ai propri lavoratori dei DPI anticaduta deve ricordarsi di far effettuare quella che in gergo viene detta “revisione” almeno una volta l’anno.

L’ispezione periodica può essere fatta esclusivamente da persona competente autorizzata dal fabbricante del DPI.

Affidati a professionisti nella revisione DPI.

Quali DPI sono soggetti ad ispezione e con quale frequenza?

I DPI sono soggetti a ispezione periodica se è prevista dai fabbricanti nel libretto d’uso e manutenzione. Semplificando: imbracature, assorbitori di energia (cd. dissipatori), cordini, connettori (cd. moschettoni), dispositivi retrattili, ecc.

Come indicato nella norma UNI EN 365 l’ispezione deve essere effettuata:

Almeno ogni 12 mesi;

Sempre, se il lavoratore si accorge, nei controlli pre e post utilizzo, di danneggiamenti di vario tipo;

A seguito di cadute.

Perché è importante l’ispezione periodica?

Il fine dell’ispezione periodica è di permettere ad una persona competente di verificare che sui DPI non ci siano lesioni, anche non visibili da occhio poco esperto, che potrebbero ridurne l’efficacia. Eventuali danni potrebbero rendere pericoloso l’utilizzo dei DPI: in questo caso la protezione contro le cadute non è più garantita.

Chi può eseguire l’ispezione periodica?

Come previsto dalla UNI EN 365:2005 l’ispezione periodica può essere fatta esclusivamente da persona competente autorizzata dal fabbricante del DPI. La frequenza di un corso lavori in quota non abilita il lavoratore all’ispezione periodica secondo la norma citata.

E se non si effettua la “revisione” periodica?

Le sanzioni alle quali può essere sottoposto il Datore di Lavoro sono pesanti e di carattere penale, senza contare le eventuali conseguenze a seguito di infortunio.

L’ispezione periodica è obbligatoria?

Sì, l’ispezione periodica è obbligatoria perché prevista tra le indicazioni di manutenzione del produttore indicate all’art. 77, comma 4, lettera a) del D.Lgs 81/08 (Testo Unico Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro), dalla norma tecnica UNI EN 365:2005 e dai singoli fabbricanti di DPI nelle istruzioni d’uso.

Linea Vita Campania dispone di personale interno adeguatamente formato per la revisione dei dispositivi anticaduta (DPI)

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Nel D.lgs 81/08 si possono leggere la definizione di lavori in quota, le norme relative alla prevenzione dei danni in questo tipo di mansione e anche gli obblighi per il datore di lavoro.

In particolare l’art.111 del D.lgs 81/2008 disciplina gli obblighi del datore di lavoro, nel fornire i corretti strumenti per i lavori in quota. Ossia deve:

Dare la priorità ai dispositivi di protezione collettiva. Qualora questi sistemi non sono sufficienti a garantire la sicurezza all’operatore, il datore di lavoro deve fornire i corretti dispositivi di protezione individuale.

Fornire tutti gli strumenti adeguati alla tipologia dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni, e a garantire una circolazione priva di rischi.

In quanto responsabile della sua azienda e della sicurezza dei lavoratori, i suoi compiti sono inoltre di:

-deve svolgere un’accurata valutazione dei rischi e inserire i risultati dell’analisi nel documento di valutazione dei rischi;

-ha l’obbligo di individuare le misure di prevenzione da attuare per contenere il rischio di infortunio sul lavoro. In questo senso, è obbligato a dare priorità alle misure di protezione collettiva rispetto a quelle individuali;

-deve fornire ai lavoratori e a chiunque entri in cantiere i dispositivi di protezione individuale adatti alle mansioni eseguite in cantiere;

-prestare attenzione al tipo di sistema di accesso ai posti di lavoro in quota (scala a pioli, montacarichi, funi…), in base a frequenza di circolazione, dislivello e alla durata dell’impiego;

-installare, ove necessario, dispositivi di protezione contro le cadute;

-adottare misure di sicurezza equivalenti ed efficaci nel caso in cui non fosse possibile installare un dispositivo di protezione collettiva contro le cadute;

-tenere sotto controllo le condizioni metereologiche per non esporre i lavoratori a un rischio eccessivo;

-in caso di lavori temporanei che non possono essere eseguiti in condizioni di sicurezza ed ergonomiche adeguate a partire da un luogo adatto allo scopo, deve scegliere le attrezzature di lavoro più idonee;

-assicurarsi che i lavoratori in quota siano idonei e che non mostrino dipendenze da alcol o sostanze o delle problematiche a livello psicologico;

-controllare l’accesso degli operai, cacciando i non autorizzati;

-assicurarsi che le opere provvisionali siano allestite con buon materiale di qualità e in modo efficace.

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Tel . 335 122 3038

 

Non esiste un obbligo di legge riguardo l’installazione di linee vita sui tetti condominiali. L’unica disposizione a livello nazionale cui fare riferimento è il Testo Unico sulla Sicurezza dei Luoghi di Lavoro, ovvero il Dlgs 81/2008.

Nel caso di un condominio, è necessaria l’installazione di una linea vita, in primis, per la sicurezza dei lavoratori e inoltre, come tutela per l’Amministratore Condominiale che, ai sensi del DLgs 81/08 risulta essere responsabile per la sicurezza dei lavoratori che effettuano manutenzioni nello stabile.

Il quadro normativo impone che tutte le lavorazioni in quota debbano avvenire in sicurezza, attraverso sistemi di protezione collettiva o, in assenza di questi, di dispositivi di ancoraggio permanente a cui l’operatore possa agganciare il proprio DPI.

Dunque, ogni volta che un’assemblea condominiale decide di fare un lavoro per l’edificio è l’amministratore condominiale a diventare ufficialmente il committente dell’opera all’azienda che lo farà e quindi agli operatori che saliranno in quota, è, dunque, lui, in quella occasione, il responsabile anche della loro incolumità sul posto di lavoro, garantita per legge dal Dlgs 81/2008, ovvero il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro.

La responsabilità di assicurare la presenza di sistemi di sicurezza come la linea vita condominiale è quindi dell’amministratore, e parte del suo lavoro è anche trovare un’azienda qualificata e professionale che sia in grado di installare la linea vita senza complicazioni e con il massimo della qualità garantita.

La Linea Vita deve essere progettata da un professionista, che al termine dei lavori di posa, sottoscriva la relazione di calcolo attestante la corretta installazione.

La normativa linea vita condominiali

Una legge precisa che stabilisca obbligatoriamente la necessità di installare delle linee vita condominiali non esiste, ma è vero che esistono invece molte normative locali che bisogna conoscere. É bene prestare attenzione alle regole vigenti nel proprio territorio!

Contattaci!

 

Una periodica revisione delle linee vita permette di godere di un sistema anticaduta sicuro ed efficacie, ma anche di risolvere tempestivamente le eventuali anomalie riscontrate.

Le linee vita sono un sistema di sicurezza che consente a chiunque abbia necessità di salire sul tetto per lavori o manutenzioni di essere supportato nel caso di caduta dall’alto.  L’operatore che deve salire sul tetto indossa una speciale imbragatura che gli consente di agganciarsi con un moschettone al cavo di acciaio.

In seguito all’installazione di una linea vita è fondamentale procedere periodicamente alla revisione del sistema. L’intervento di personale competente è richiesto sempre in seguito al montaggio, prima della messa in servizio del sistema, e successivamente “almeno una volta all’anno se in regolare servizio o prima del riutilizzo se non usate per lunghi periodi” (UNI EN 11158, art. 9.1.6).

Linea Vita Campania è in grado di effettuare la revisione periodica dei sistemi anticaduta

Si rende inoltre obbligatoria un’ispezione, prima di procedere a un ulteriore uso, in seguito ad un arresto di caduta.

La revisione delle linee vita, approfondita al punto 9.1.6 della norma UNI EN 11158 nel quale si specificano gli aspetti che devono essere presi in considerazione dal personale competente, consiste in:

Ispezione dei punti di ancoraggio.

Verifica del tensionamento delle linee di ancoraggio.

Controllo degli eventuali assorbitori di energia.

Controllo dell’integrità dei punti terminali delle linee di ancoraggio.

Controllo delle linee di ancoraggio rigide e degli elementi terminali delle stesse: deformazioni permanenti, corrosione dovuta alla ruggine o ad altri agenti contaminanti, fissaggio degli elementi terminali.

Controllo dei dispositivi mobili installati permanentemente sulla linea di ancoraggio.

Linea Vita Campania, che opera da anni nel settore dei sistemi di sicurezza contro le cadute dall’alto, si occupa anche della manutenzione di linee vita.

Contattaci per ulteriori informazioni: Tel. 3351223038 oppure visita il sito: www.lineavitacampania.net

La presenza di sostanze asfissianti in ambienti confinati porterebbero ad un rischio molto elevato per l’operatore.

Fanno parte degli ambienti confinati o sospetti di inquinamento: vasche, silos, camini, pozzi, cunicoli, canalizzazioni, fogne, serbatoi, condutture, stive, intercapedini, cisterne, autobotti, camere di combustioni, reattori dell’industria chimica.

Diverse sono le tipologie di rischio che possono presentarsi in un ambiente confinato:

mancanza di ossigeno (asfissia) o per eccesso di ossigeno;

inalazione o per contatto con sostanze pericolose – gas, vapori, fumi – (intossicazione);

presenza di gas/vapori infiammabili (esplosione o incendio);

contatto con parti a temperatura troppo alta o troppo bassa (ustioni).

In particolare, la presenza nel normale ciclo produttivo di gas, ad esempio azoto o anidride carbonica, o di altre sostanze pericolose, impone al datore di lavoro di valutare il rischio di incidenti/infortuni determinati da agenti chimici, quali asfissia, intossicazione acuta, investimento di sostanze ustionanti, corrosive, incendio, esplosione (art.223 del D. Lgs.81/08).

Il rischio di asfissia, ovvero mancanza di ossigeno, si può verificare a causa di:

-permanenza prolungata e/o sovraffollamento, con scarso ricambio di aria;

-reazioni chimiche di ossidoriduzione di sostanze (ad esempio, combustione con rilascio di anidride carbonica, di ammoniaca, di acido cianidrico, di acido solfidrico).

Tutte le attività svolte in ambienti confinati devono essere precedute da una attenta e puntuale valutazione del rischio, che individui le fonti dei pericoli e predisponga le misure di sicurezza necessarie al fine di eliminare, o se ciò non è possibile, ridurre al minimo possibile i rischi.

Contatta il nostro team per lavori in ambienti confinati!

Spazi confinati

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Una volta individuati gli spazi confinati, ne verifichiamo i rischi collegati e identifichiamo sia le procedure di lavoro e manutenzione all’interno, sia le procedure in caso di emergenza o infortunio.

Perché l’esigenza di sistemi di sicurezza?

Le cadute dall’alto hanno quasi sempre conseguenze gravi. Il settore edile, in particolare, è quello caratterizzato dal maggior numero di infortuni mortali derivanti dall’effettuazione di lavori in quota.

Il rischio maggiore si ha per i lavoratori che operano sui tetti. Da qui nasce la necessità di installare, sui tetti degli edifici nuovi o in ristrutturazione, sistemi di prevenzione dalle cadute come punti di ancoraggio e linee vita.

Le linee vita sono obbligatorie per tutte le tipologie di edifici/strutture?

Sono esclusi dall’ambito di applicazione le coperture che non espongono a un rischio di caduta dall’alto da un’altezza maggiore di 2 metri misurata dal punto più elevato rispetto al piano sottostante;

Tra gli interventi esclusi sono da segnalare anche:

Gli interventi di manutenzione ordinaria (esempio la semplice sostituzione di alcuni coppi rovinati).

Quando è opportuno installare una linea vita?

Il momento ideale per il montaggio di una linea di ancoraggio sul tetto della propria abitazione è in occasione della manutenzione straordinaria dello stesso. Proprio perché in questa fase vengono esposte le parti di struttura (travi …) su cui ancorare la linea vita. Nulla vieta, di commissionare l’installazione di sistemi di ancoraggio senza che su un tetto già esistente siano previsti interventi di manutenzione straordinaria.

Che adempimenti devono essere fatti prima di installare una linea vita?

  • Relazione tecnica di progetto predisposta da un professionista abilitato.

All’interno della stessa vengono indicate le caratteristiche della copertura, l’ubicazione dei percorsi, degli accessi e delle misure di prevenzione e protezione contro il rischio di caduta dall’alto, per il transito e l’esecuzione dei lavori sulla copertura.

  • planimetria della copertura, in scala adeguata, con particolare evidenza del percorso, del punto di accesso e dei sistemi di prevenzione e protezione previsti.

Dovete installare una linea vita sul vostro tetto? Non esitate a contattarci.

 

Come soccorrere adeguatamente un lavoratore impegnato in lavori in quota che possa trovarsi sospeso o caduto?

Il lavoro in quota riguarda tutte le attività lavorative che portano il lavoratore a operare a più di due metri di altezza rispetto al piano stabile (art. 107, d.lgs. 81/2008). Questo li espone a importati rischi per la salute e sicurezza:

  • l’errato utilizzo dei sistemi anticaduta;
  • l’impatto contro ostacoli in fase di caduta;
  • la sospensione inerte;
  • traumi legati al sistema di arresto in caso di caduta.

La sospensione inerte è un rischio silenzioso, ma è il rischio maggiore: ci sono pochi minuti utili per intervenire, prima che il lavoratore sospeso possa riportare danni irreversibili o possa addirittura morire, a causa della compressione delle vene negli arti inferiori a causa dell’imbraco.

I lavoratori in quota potrebbero essere salvati attraverso l’applicazione di un rapido e adeguato primo soccorso.

Come gestire il primo soccorso?

Sono parecchi i casi di morte a causa della scarsa qualità o della totale assenza dei soccorsi. Per migliorare tale situazione è necessario in prima battuta rendersi conto del problema, per poi organizzare meglio le attività, seguendo tali indicazioni:

-prima di ogni intervento mettere a punto un adeguato piano operativo di sicurezza, che delinei le procedure di recupero e le persone coinvolte, che dovranno essere adeguatamente formate;

-utilizzare adeguati DPI anticaduta e predisporre in via preventiva il kit di recupero;

-avere a disposizione addetti che sappiano gestire il primo soccorso in tutte le sue sfaccettature (dalla chiamata di emergenza, agli interventi da eseguire in attesa dei soccorsi, ecc…).

Caduta dall’alto e azioni da intraprendere

La successione delle azioni da intraprendere è la seguente:

  • allertare immediatamente i soccorsi (112);
  • verificare che esistano le condizioni per agire in sicurezza e in particolare: DPI anticaduta per i soccorritori, sistemi di ancoraggio, attrezzatura necessaria per raggiungere l’infortunato;
  • dopo il recupero dell’infortunato e in attesa dell’arrivo dei soccorsi avanzati, in caso di addetti al primo soccorso formati appositamente per il trauma, è possibile applicare la sequenza ABCDE.

Se il paziente non presenta segni vitali (coscienza, respiro) va immediatamente iniziata la rianimazione cardiopolmonare (RCP), con l’uso del defibrillatore (DAE) se disponibile, avendo l’accortezza di tenere in asse testa-collo-tronco.

In caso di infortunato in sospensione

Nel caso in cui il soggetto rimanga sospeso, ma cosciente, i disturbi non dovrebbero verificarsi in quanto egli modifica da solo continuamente i punti di contatto dell’imbracatura con il corpo. È comunque necessario chiamare il 112 e tenersi pronti ad un intervento. Se la sospensione diviene inerte, per perdita di coscienza, i tempi di soccorso da parte degli addetti devono essere brevi:

  • chiamare immediatamente il 112 descrivendo lo scenario dell’infortunio;
  • togliere il prima possibile l’infortunato dalla sospensione, dopo un’attenta valutazione dell’ambiente e con i necessari DPI;
  • se il soggetto non respira, una volta a terra, iniziare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare (RCP), con l’uso del defibrillatore (DAE) se disponibile.

Lavora in sicurezza con Linea Vita Campania!

Contattaci al numero 3351223038

La migliore arma per la sicurezza di chi opera in quota è la prevenzione e la corretta progettazione dei sistemi di sicurezza. Il responsabile di un immobile o il datore di lavoro ha l’obbligo di far lavorare gli operatori in condizioni di sicurezza, evitando così di essere coinvolto in azioni civili e penali in caso di violazioni delle norme che tutelano gli operatori per i lavori in quota.

Non esiste una “linea vita” come prodotto universale, adattabile a tutti i tetti, ma si tratta di un sistema complesso, composto in maniera diversa in funzione di distinti elementi. Ciò richiede sempre un progetto. Anche se composto da elementi certificati dal produttore, tale sistema ha bisogno di essere progettato. L’istallazione di una linea vita senza un progetto completo non è a norma!

Come progettare una linea vita?

Esistono diverse fasi di progettazione della linea vita, che fanno rifermento alla normativa UNI 11578 – UNI EN 795 linea vita sistemi anticaduta. Le fasi di progettazione linea vita in base a normativa sono:

-La progettazione dell’accesso e dei dispositivi da installare viene definita dal coordinatore per la progettazione o esecuzione, che effettua anche la stesura e l’aggiornamento del fascicolo

-Il CSP – CSE provvede alle prove di collaudo del sistema secondo norma 795

-La progettazione della linea vita da parte del costruttore deve comunque attenersi alla normativa tecnica di riferimento

Per progettare una linea vita ad hoc si deve tener conto delle seguenti voci:

-Valutazione dei rischi ed indicazioni sulla conseguente scelta del sistema di protezione dalle cadute.

-Percorsi per arrivare all’accesso in copertura.

-Punti e modalità di accesso in sicurezza alla copertura.

-Valutazione del rischio conseguente alla caduta, a cui il lavoratore è esposto anche se è legato, derivante dall’oscillazione del corpo e dal conseguente urto contro ostacoli (effetto pendolo), da sollecitazioni trasmesse dall’imbracatura sul corpo al momento dell’arresto della caduta, dal tempo di permanenza in sospensione inerte.

Linea Vita Campania propone soluzioni personalizzabili e innovative adatte a qualsiasi tipologia di lavoro.

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La linea vita è un sistema di sicurezza posizionato su una copertura di un’abitazione e serve per mettere in sicurezza qualsiasi lavoratore che si trovi a dover accedere al tetto; ad esempio per lavori di manutenzione della copertura o per la pulizia periodica degli impianti fotovoltaici. Non tutte le abitazioni possiedono una linea vita, soprattutto quelle più vecchie.

Linea Vita Campania progetta e produce sistemi anticaduta per lavoratori che operano ad alta quota.

Come si usa la linea vita?

Sono gli operatori che accedono alle coperture degli edifici che sono tenuti ad utilizzare una linea vita in maniera corretta. A tale scopo devono essere muniti di appositi sistemi di ancoraggio di sicurezza.

L’operatore deve essere costantemente collegato alla linea vita presente su una copertura, utilizzando appositi ganci, cavi e moschettoni.

Il datore di lavoro, che può essere l’impresario edile in questo caso, è tenuto a fornire ai propri dipendenti tutti i DPI necessari a utilizzare la linea vita in modo sicuro e corretto; oltre a questo gli operatori devono essere sottoposti a eventuale corso sulla sicurezza, nel quale apprenderanno come si utilizzano i vari dispositivi anti caduta.

Nello specifico la formazione per i lavoratori in quota prevede lo studio delle seguenti materie:

  • Uso dei DPI sia a livello teorico, sia pratico
  • La normativa concernente la propria categoria professionale di riferimento
  • Istruzioni per l’utilizzo di tutte le strumentazioni con cui si entrerà in contatto durante il lavoro
  • La valutazione dei rischi e tutto ciò che rappresenta un potenziale pericolo accidentale di caduta
  • I vari obblighi, normativi e non, riguardanti sia il lavoratore stesso sia il datore di lavoro
  • L’importanza della prevenzione e della protezione
  • Le tecniche di soccorso in quota
  • L’adeguato iter per il corretto posizionamento

La sicurezza di chi lavora in quota ci sta a cuore.

Per questo, noi di Linea Vita Campania, mettiamo a punto soluzioni anticaduta che si integrano in più ampi dispositivi orientati a salvaguardare l’incolumità degli operatori.