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La sicurezza sul lavoro è una priorità assoluta in tutti i settori, ma assume particolare importanza quando si tratta di lavori in quota. Per questo motivo, è fondamentale garantire che vengano adottati adeguati sistemi di protezione per ridurre i pericoli e salvaguardare la salute dei lavoratori.

Ecco un elenco di norme e regolamenti che disciplinano i sistemi di protezione collettiva per lavori in quota:

Direttiva 89/391/CEE: Questa direttiva europea stabilisce misure per promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul posto di lavoro. La direttiva richiede che i datori di lavoro garantiscano la sicurezza dei lavoratori mettendo in atto misure di prevenzione, tra cui l’uso di sistemi di protezione collettiva.

Direttiva 2001/45/CE: Questa direttiva stabilisce requisiti minimi di sicurezza e salute per l’uso temporaneo di attrezzature di lavoro in quota. Include disposizioni specifiche per l’uso di sistemi di protezione collettiva, come parapetti, reti di sicurezza e linee di vita.

Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) – Italia: Questo decreto stabilisce i requisiti minimi di sicurezza e salute per i lavoratori in Italia, inclusi i lavoratori che svolgono attività in quota. Include disposizioni specifiche sull’uso di sistemi di protezione collettiva e individuale.

UNI EN 13374: Questa norma europea specifica i requisiti e i metodi di prova per i sistemi temporanei di protezione collettiva contro le cadute dall’alto, come parapetti e barriere temporanee.

UNI EN 1263-1 e UNI EN 1263-2: Queste norme europee si riferiscono alle reti di sicurezza utilizzate nei lavori in quota. La UNI EN 1263-1 specifica i requisiti di sicurezza e prestazioni per le reti di sicurezza, mentre la UNI EN 1263-2 riguarda i metodi di prova e l’installazione delle reti.

UNI EN 795: Questa norma europea stabilisce i requisiti per i dispositivi di ancoraggio utilizzati in combinazione con dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto, come le linee di vita orizzontali e verticali.

Queste norme e regolamenti sono fondamentali per garantire che i sistemi di protezione collettiva siano conformi agli standard di sicurezza e siano efficaci nel prevenire incidenti e infortuni sul lavoro.

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Dal momento che le linee vita sono delle vere e proprie linee salvavita, il loro stato deve essere sempre ottimale per tutelare la sicurezza degli operatori che effettuano lavori sul tetto, oppure in alta quota.

Tutti le installano, tutti sanno che sono obbligatorie, ma quanti sono a conoscenza del fatto che le linee vita devono obbligatoriamente essere oggetto di ispezione ogni 12, 24 o 48 mesi?

Con l’introduzione dell’ultimo aggiornamento della UNI 11560:2022 in vigore dal 23 Giugno 2022 il periodo massimo tra le ispezioni non deve superare i 2 anni. Il produttore del sistema anticaduta può definire un intervallo minore per svariati motivo riportando tale periodo nel manuale di uso e manutenzione.

La revisione delle linee vita avviene seguendo diversi step. La prima richiesta che ti verrà fatta dal chi dovrà effettuare l’ispezione delle linee vita sarà il controllo documentale dell’elaborato tecnico del sistema anticaduta.

All’interno di questa raccolta, che può assumere nomi diversi, sono definiti:

  • Vie d’accesso
  • Dispositivi di protezione individuale che sono considerati più idonei per effettuare lavori in quota sulle tue linee vita
  • Le istruzioni di impiego del sistema anticaduta
  • Modalità di ispezione, collaudo e manutenzione
  • Su chi ricade la responsabilità del funzionamento della linea salvavita: proprietario, tecnico progettista, installatore, chi ha effettuato la verifica della tenuta strutturale
  • Eventuali danni o modifiche che sono state apportate al sistema.

Tutti questi elementi sono indicati in diverse tipologie di documenti:

  • Elaborato grafico del sistema, all’interno dei quali saranno indicate zone sicure e zone a rischio caduta e le eventuali zone non accessibili con il sistema di ancoraggio.
  • Relazione tecnica operativa, dove sono indicate le modalità di utilizzo del sistema e i DPI abbinati
  • Relazione di calcolo strutturale, che deve attestare che le strutture e i fissaggi utilizzati sono in grado di sopportare tutte le sollecitazioni relative a un sistema anticaduta
  • Manuali d’uso dei dispositivi anticaduta
  • Dichiarazione di corretta posa, rilasciata dall’installatore
  • Registro delle ispezioni, delle manutenzioni straordinarie e degli accessi che deve essere firmato per presa visione da chiunque abbia effettuato un accesso in copertura mediante sistema anticaduta
  • Manuale e registro delle ispezioni dei DPI, se il sistema lo prevede
  • Il cartello in corrispondenza di ogni punto d’accesso
  • Un piano di soccorso e di recupero.

L’elaborato tecnico del sistema anticaduta, e i documenti presenti al suo interno, sono essenziali per poter procedere con l’ispezione e la manutenzione delle linee vita.  La mancanza di anche uno dei documenti potrebbe impedire addirittura il semplice controllo visivo.

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Le linee vita sono regolamentate dalle seguenti norme tecniche:

  • UNI EN 795
  • UNI 11578
  • UNI 11560.

In realtà, in esse si parla solo di linee di ancoraggio flessibili/rigide orizzontali, di ancoraggi lineari e di sistemi di ancoraggi lineari.

Le parole linee vita sono invece esplicitamente citate nel Testo unico per la sicurezza nei luoghi di lavoro, il d. lgs 81 del 2008. Compaiono infatti all’articolo 115, Sistemi di protezione contro le cadute dall’alto, dove sono citate insieme ad altri tipi di dispositivi di protezione. Sempre più numerosi sono i regolamenti edilizi che prevedono l’obbligo di installazione di linee vita fisse per le nuove costruzioni o in concomitanza con lavori di ristrutturazione importanti.

L’obiettivo delle norme è infatti quello di far utilizzare tali linee per tutti i lavori di manutenzione della copertura o comunque in quota, a cui sarà sottoposto l’edificio negli anni successivi.

La normativa richiede che l’installazione sia eseguita solo su predisposizione di apposito progetto e da installatori formati ed esperti. L’utilizzatore deve essere infatti formato e addestrato all’utilizzo di DPI di III categoria per i lavori in quota. Periodicamente, in base alle indicazioni del produttore, gli ancoraggi devono essere ispezionati e manutenuti. Gli intervalli di ispezione sono solitamente di 1 o 2 anni.

Ogni regione presenta proprie limitazioni e obblighi sulla Linea Vita, ma, in linea di massima, vengono sempre richiesti:

  • planimetria dell’impianto anticaduta con riferimento agli accessi, le zone di transito, etc.
  • relazione descrittiva riportante le scelte progettuali, nonché la tipologia dei punti di ancoraggio scelti
  • relazione, redatta dal progettista strutturale, con il calcolo dei fissaggi e la verifica che la struttura in posto sia idonea a sopportare i carichi trasmessi dai componenti anticaduta in fase di utilizzo
  • schede tecniche/certificazioni dei componenti anticaduta, nonché le schede tecniche/certificazioni dei fissaggi utilizzati
  • dichiarazione di corretta messa in opera dei componenti di sicurezza, redatta dall’installatore, in relazione alle indicazioni del fornitore dei componenti anticaduta, dei fissaggi e delle norme di buona tecnica, nonché alle indicazioni del progettista strutturale
  • certificazione del produttore sulle caratteristiche dei materiali e dei componenti utilizzati.

L’obbligo di installare linee vita in Campania è in vigore da novembre 2017.

Se hai bisogno di ulteriori informazioni sulle linee vita in Campania contattaci pure senza impegno!

Non esiste un obbligo di legge riguardo l’installazione di linee vita sui tetti condominiali. L’unica disposizione a livello nazionale cui fare riferimento è il Testo Unico sulla Sicurezza dei Luoghi di Lavoro, ovvero il Dlgs 81/2008.

Nel caso di un condominio, è necessaria l’installazione di una linea vita, in primis, per la sicurezza dei lavoratori e inoltre, come tutela per l’Amministratore Condominiale che, ai sensi del DLgs 81/08 risulta essere responsabile per la sicurezza dei lavoratori che effettuano manutenzioni nello stabile.

Il quadro normativo impone che tutte le lavorazioni in quota debbano avvenire in sicurezza, attraverso sistemi di protezione collettiva o, in assenza di questi, di dispositivi di ancoraggio permanente a cui l’operatore possa agganciare il proprio DPI.

Dunque, ogni volta che un’assemblea condominiale decide di fare un lavoro per l’edificio è l’amministratore condominiale a diventare ufficialmente il committente dell’opera all’azienda che lo farà e quindi agli operatori che saliranno in quota, è, dunque, lui, in quella occasione, il responsabile anche della loro incolumità sul posto di lavoro, garantita per legge dal Dlgs 81/2008, ovvero il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro.

La responsabilità di assicurare la presenza di sistemi di sicurezza come la linea vita condominiale è quindi dell’amministratore, e parte del suo lavoro è anche trovare un’azienda qualificata e professionale che sia in grado di installare la linea vita senza complicazioni e con il massimo della qualità garantita.

La Linea Vita deve essere progettata da un professionista, che al termine dei lavori di posa, sottoscriva la relazione di calcolo attestante la corretta installazione.

La normativa linea vita condominiali

Una legge precisa che stabilisca obbligatoriamente la necessità di installare delle linee vita condominiali non esiste, ma è vero che esistono invece molte normative locali che bisogna conoscere. É bene prestare attenzione alle regole vigenti nel proprio territorio!

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